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Eneide. Testo latino a fronte - Publio Virgilio Marone - copertina
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Eneide. Testo latino a fronte
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Descrizione


Questa nuova traduzione dell'Eneide, corredata da un ricco apparato di note, si configura come particolarmente tecnica e come intimamente poetica: due connotazioni complementari del lavoro di un traduttore che è affermato studioso di letteratura latina e poeta in proprio. Tecnica per la scelta metrica di un esametro barbaro molto duttile, ma anche molto preciso, con i suoi sei accenti e con giochi di pause, e di alternanze fra misure dattiliche e spondaiche, che realizzano una analogia assai stretta rispetto all'archetipo latino. Tecnica per la scelta di mantenere le ripetizioni virgiliane in tutte le tessere formulari: locuzioni fisse dove Virgilio usa locuzioni fisse. La rielaborazione poetica parte da premesse di questo tipo, ma si snoda in un paziente rispetto delle singole parole, fino a una spiccata attenzione alle trame foniche, e specialmente alle allitterazioni, omaggio al poeta più musicale e fonosimbolico del mondo antico. Si snoda poi nella ricerca di imprimere, come già fece Virgilio, un passo sublime a una lingua d'arte non troppo lontana da quella usuale. E ancora nella capacità di calibrare un tono malinconico anche nelle pagine più epiche. Il più affascinante esito della letteratura latina trova una nuova voce, fedele e attualissima, per i lettori di oggi e di domani.
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Dettagli

2012
9 ottobre 2012
924 p., Rilegato
9788806197599

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Nemesi74
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Alessandro Fo dà al lettore un esempio di quanto possa ottenere, in termini di resa poetica di un poema antico, un traduttore in cui si realizza il felice incontro fra il filologo e il poeta. La traduzione che Fo compie dell'Eneide di Virgilio, ritmata in esametri accentuativi dalla cadenza musicale e solenne, in uno stile limpido e diretto, in perfetta responsione di forma e senso con l'originale, offre, nel panorama un po' piatto delle traduzioni industriale in righi di prosa, un unicum prezioso. Corredano la traduzione con testo latino a fronte una introduzione e un commento esegetico di rara acribia.

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Voce della critica

  L'Eneide è un'opera che costringe a una continua ridefinizione della categoria di "classico", come ho potuto constatare di persona quando ho letto e commentato i versi di Virgilio in un recente corso di letteratura presso l'Università di Torino con studenti per lo più stranieri, provenienti da ogni parte del mondo (dall'America alla Cina): questo poema, insieme all'Odissea, permette di trovare un punto di mediazione culturale tra il mondo greco-latino e prospettive poste ai suoi antipodi grazie alle vicissitudini di viaggio, esilio, guerra, speranza, disperazione, amore e morte, espresse con il raffinato filtro della poesia. Purtroppo allora non era ancora disponibile questa edizione einaudiana che si affianca a quella ormai "classica" di Rosa Calzecchi Onesti e si contraddistingue per equilibrio, cura e consapevolezza. L'introduzione è molto più di Un profilo di Virgilio, come recita il titolo: Alessandro Fo presenta, in modo essenziale ma completo, le questioni che riguardano la vita e le opere del poeta antico a partire da una ricca e aggiornata bibliografia, discussa nelle note a piè di pagina. Il discorso non ha nulla del profilo storico-letterario, ma si cala all'interno del dibattito critico in modo da coniugare un chiaro intento divulgativo con originalità e ricchezza interpretativa. Altro pregio, che non stupisce chi conosce interessi e metodo dello studioso, è la capacità di presentare Virgilio alla luce della variegata storia della sua fruizione. Segue una Nota alla traduzione preceduta dalla titolatura programmatica Limitare le perdite: Fo svela qui presupposti e principi della sua attività traduttiva, che non si limita al lavoro di mediazione linguistica e culturale tra opera antica e lettore moderno (già di per sé tutt'altro che semplice e scontato, come altri, non sempre felici, esempi presenti nella medesima collana hanno mostrato), ma, per raggiungere una maggior fedeltà, tenta una rigorosa traduzione versificata, rispettosa del testo originale nel contenuto e nella forma. Questo certo non facilita la lettura, ma ha due vantaggi: il lungo e faticoso lavoro di riscrittura diventa testimonianza di un avvicinamento alla "traduzione perfetta" (richiamata e subito negata nel riferimento a san Gerolamo) e, attraverso l'effetto di straniamento, il lettore ignaro di latino può percepire in qualche modo la ricchezza del linguaggio poetico virgiliano. Chiudono la sezione una Nota al testo, in cui sono esposte le divergenze rispetto al testo critico utilizzato, quello di Mario Geymonat (nella revisione del 2008), ricordato con stima e affetto, e un'agile appendice cartografica. Se ho già esposto i pregi della traduzione, accompagnata dal testo latino a fronte, non occorre dimenticare che l'altro elemento di valore del volume è la sezione di Note, opera di Filomena Giannotti. L'autrice, con precisione e competenza, fornisce il necessario supporto esplicativo a un testo intenzionalmente difficile e riesce altresì a coniugare l'informazione per il non specialista con opportuni approfondimenti e riferimenti al dibattito interpretativo. Traduzione e note, grazie alla stretta collaborazione tra i due autori, risultano così un dittico ben congegnato e realizzato, una macchina esegetica efficace per un testo che continua a rimanere fondamentale per il pensiero contemporaneo, malgrado i reiterati attacchi alla cultura umanistica. Vorrei chiudere con qualche considerazione sulla collana che accoglie il volume. Salvatore Settis nel presentare al grande pubblico la rinascita della "Nuova Universale Einaudi" ("La Repubblica", 13 aprile 2010) scriveva: "In tempi di approssimati esotismi, di letture frettolose, di traduzioni di seconda e terza mano, di libri 'rifiutati' e citati, ma non letti, la nuova Nue ci offre un esempio e una promessa. (…) Ci invita a costruire una nuova attualità (un nuovo presente) esplorando 'ai quattro angoli della terra' ogni possibile cultura tradizionale". Nel primo anno della nuova stagione (2010) è stato conservato il programmato squilibrio tra classici della tradizione greco-latina (un titolo l'anno sui quattro previsti) e quelli di altre aree geografiche, mentre nel seguente con i due titoli pubblicati si è privilegiata la tradizione orientale, tra mondo sapienziale arabo e cinese. L'anno passato, oltre alla riedizione aggiornata della Storia di Barlaam e Ioasaf (a cura di Paolo Cesaretti e Silvia Ronchey),ha visto un ritorno a opere fondamentali del pensiero occidentale: il De officiis di Cicerone (a cura di Rosa Rita Marchese e Giusto Picone) e l'Eneide qui recensita. Nell'attuale società sempre più multiculturale abbiamo un bisogno impellente di condividere un patrimonio letterario veramente universale, fondato su un canone europeo e mondiale pur nella coscienza della sua inevitabile provvisorietà: una collana come la Nue può davvero svolgere questa funzione.   Amedeo Alessandro Raschieri  

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Conosci l'autore

(Andes, odierna Pietole, Mantova, 70 - Brindisi 19 a.C.) poeta latino.La formazione e gli anni giovanili Suo padre era proprietario di terreni, agiato, non ricco. Il giovane V. fece i suoi primi studi a Mantova e a Cremona, dove restò fino a quindici anni: poi passò a Milano e di qui a Roma, che dovette esercitare su di lui, timido provinciale, una grandissima impressione. Seguì i corsi del retore Epidio, ma presto li abbandonò. Non aveva attitudine per l’eloquenza: era goffo, parlava con lentezza, non sapeva affrontare il pubblico. Così, seguendo la sua nativa vocazione che era quella di contemplare il mondo più che di agirvi, si recò a Napoli e si mise alla scuola del filosofo epicureo Sirone. A quest’epoca risalgono anche i suoi interessi per l’astronomia, la botanica, la zoologia, la medicina...

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