Presentare Tess Gallagher a un pubblico italiano non è facile. Autrice poliedrica e prolifica, in Italia il suo nome è immediatamente associato a quello di Raymond Carver, di cui è stata moglie e con cui ha vissuto fino alla morte. Il suo percorso è però ben più articolato: nata a Port Angeles nel 1943, studia scrittura creativa all'Università di Washington sotto la guida di personaggi come Theodore Roethke e già nel 1976, con la prima raccolta di poesie Instructions to the double, vince l'Elliston Award per il miglior libro di poesia pubblicato da una piccola casa editrice, inaugurando la sua lunga carriera letteraria. La produzione di Gallagher si alterna tra poesie, racconti, saggi e sceneggiature, certamente influenzati dal legame con l'autore di Cattedrale ma con peculiarità e codificazioni proprie che la distinguono dal minimalismo americano. Eppure poco si sa della sua opera nel nostro paese, e si è dovuto attendere il 2014 per vedere pubblicata da Einaudi una raccolta strutturata di racconti e poesie. Non sembra azzardato affermare che l'attenzione dell'autrice sia interamente rivolta all'imprevedibilità dell'espressione umana in quanto tale. In Creature, una delle short stories contenute nel libro, la protagonista Shelley entra in un salone di bellezza e interagisce con i personaggi presenti nella stanza. Una situazione tipicamente quotidiana e semplicemente ordinaria (almeno in apparenza) attraverso la quale Gallagher esplora il mondo delle relazioni umane e lo colloca all'interno di un disegno naturale capace di rivoluzionare vite apparentemente qualsiasi. In questo modo il negozio si trasforma nel palcoscenico di vita della sua proprietaria Elna, una donna che sta separandosi e che vive una singolare sudditanza nei confronti della figlia ormai adulta. Inoltre soffre di un'inclinazione caratteriale che la espone a una forte e mal celata vulnerabilità e che la conduce alla decisione di sopprimere due dei suoi tre amati gatti. È proprio l'unico sopravvissuto di loro, infine, a far crollare un'impalcatura umana i cui precari equilibri non sono in grado di resistere all'improvvisa e incontrollabile casualità delle forze esterne. I personaggi che presenta la scrittrice sono soggetti in bilico, ai margini della società e ai limiti della follia, pieni di segreti e debolezze e connotati da un forte senso di solitudine; protagonisti in cerca di rifugio e certezze, intrappolati in rituali rassicuranti ma costantemente esposti alle modificazioni del fato. Ciò che, però, così profondamente rende Gallagher un'autrice degna di riconoscimento letterario è la maestria con cui coglie e descrive questa umanità nei suoi momenti più bassi e, se si vuole, banali. Il potere evocativo del suo stile denso di immagini e dettagli, riferimenti alla tradizione classica e cura della parola è in grado di accompagnare il lettore in un percorso introspettivo che lo trascina nel testo e lo coinvolge in prima persona. Perché "il problema dell'immaginazione (
) è che la mente può andare ovunque, così non si può mai dire, da un momento all'altro, dove si va a parare". Clara Rizzitelli
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