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Anno edizione: 2009
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Sono queste le tre colonne di quest'opera di DeLillo, come sempre insuperabile nel dare forma alle paure e alle miserie degli USA del fine secolo. Come ogni vero scrittore, ha saputo cogliere con anticipo la crescita del terrore come chiave di volta dei nuovi sistemi di potere, ben prima dell'11 settembre in cui questo fatto è divenuto evidente ed iconico. Anche l'attenzione alle masse e alle loro interazioni è ricca di spunti originali - il libro inizia e termina con un matrimonio, diversissimi tra loro, opposti per luogo e rito ma uniti nel simboleggiare una umanità allo sbando. Peccato solo per la scelta del protagonista: quando uno scrittore scrive di uno scrittore, provo sempre la sensazione di una auto-referenzialità angusta e ombelicale che mi indispone un poco...
L'ostinata, cieca, spinoziana continuità della vita a dispetto delle circostanze in cui le capita di trovarsi è probabilmente il vero Leitmotiv di questo romanzo pubblicato nel 1991 da DeLillo. I personaggi, a dispetto della loro grande varietà apparente, sono tutti dei simulacri di forze che li agitano, li attraversano, li sospingono nelle più disparate direzioni, direzioni che - alla resa dei conti - si rivelano tutte insignificanti: quella del grande autore che si crede un Deus absconditus come quella della fotografa non più ispirata o come quella del leader di un gruppo terrorista libanese. Tutti cercano di estendere il proprio ego fuori dal proprio spazio "naturale" (leggi: sociale), e tutti falliscono in questo sforzo che è superiore alle umane possibilità ma è allo stesso tempo inevitabile. Nessuno ha un'identità certa e fissa perché l'epoca delle identità stabili è finita. Ognuno cerca perciò di moltiplicare le declinazioni del proprio Io in un "conatus" che non può mai terminare ma che ci dà l'illusione di essere ancora dei soggetti. «Sappiamo tutti che la cosa che teniamo in segreto non è affatto un segreto ma quella cosa eterna e palese che predice il proprio ripresentarsi» (p. 235). Ecco, ciò che ostinatamente si ripresenta è proprio questo tremendo sforzo, che in realtà è inumano ma che coincide con la vita.
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