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Max Fox o le relazioni pericolose
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Max Fox o le relazioni pericolose - Sergio Luzzatto  - copertina
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Max Fox o le relazioni pericolose

Descrizione


Chi è Max Fox? Chi è il trentenne ex allievo carabiniere, provinciale ambizioso nell'Italia berlusconiana, che strizza l'occhio all'idolo cinematografico della sua adolescenza?

«Uno storico che scrive molto bene, ma non si propone come scrittore perché ritiene di avere un patto più stringente con la verità (storica), osserva e riporta una vicenda italiana tremendamente esemplare, con codici alternativi a quelli di legge» - Il Venerdì

«Il libro di Luzzatto è un gran bel libro. C'è l'affabulazione dello scrittore, c'è la scrupolosa attenzione dello storico per le fonti, c'è la curiosità e lo spirito critico del giornalista» - Carlo Vulpio, La Lettura

Nella primavera del 2012, Massimo De Caro viene arrestato per avere svaligiato l'antica biblioteca dei Girolamini di Napoli, di cui si è fatto nominare direttore. È l'epilogo di una parabola esistenziale che nel giro di quindici anni ha trasformato «Max Fox», bravo ragazzo di provincia, studente svogliato e bibliofilo dilettante, non soltanto in un predatore seriale di libri antichi, ma anche in un falsario prodigioso, e in un faccendiere spregiudicato. Forse, però, la rocambolesca vicenda di De Caro non parla soltanto di lui. Parla di un mondo che è il nostro: il mondo post-verità e post-onestà. Ed è sotto la spinta di questo dubbio civile che Sergio Luzzatto accetta il rischio di una «relazione pericolosa». Incontra il detenuto De Caro, ne studia i moventi, ne ricostruisce le reti. Coniugando lo sguardo analitico dello storico alla passione affabulatoria del narratore, trasforma la vicenda di un uomo nel romanzo di un'epoca. Chi è Max Fox? Chi è il trentenne ex allievo carabiniere, provinciale ambizioso nell'Italia berlusconiana, che strizza l'occhio all'idolo cinematografico della sua adolescenza – al Bud Fox arrampicatore di borsa in Wall Street – quando deve scegliere un contatto Skype per presentarsi nel mondo del terzo millennio? E perché questo figlio unico di due ligi funzionari comunisti somiglia piuttosto a un (dubbio) eroe ottocentesco, al Julien Sorel di Stendhal? Perché il suo sogno di «arrivare» lo rende disponibile a qualunque compromesso, con la destra o con la sinistra, con i chierici o con i laici, con la verità o con la menzogna, con gli onesti o con i disonesti? È quanto si domanda Sergio Luzzatto, lo storico che proprio su Skype accetta di intrecciare con Max Fox – con l'eroe ormai caduto – una sorprendente liaison dangereuse.

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Dettagli

2019
19 febbraio 2019
320 p., ill. , Rilegato
9788806199944

Valutazioni e recensioni

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Sere
Recensioni: 4/5

Un libro inchiesta sul responsabile dei furti di libri antichi della Biblioteca dei Girolamini di Napoli. Fa scoprire un un incredibile intrico criminoso tra bibliofili. Il tutto è narrato quasi come un romanzo giallo, per cui la lettura è molto scorrevole. Un saggio interessantissimo che fa luce su vicende realmente accadute.

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max
Recensioni: 5/5

Luzzatto è un grande storico, che nelle sue monografie riesce a restituirci, insieme ai personaggi presi in esame, quadri straordinariamente lucidi dell’Italia: è successo con Padre Pio per la prima metà del Novecento e succede con questo Max Fox, piccolo faccendiere di un Paese che viene tratteggiato magistralmente nelle sue miserie e manchevolezze degli ultimi 25 anni. Da leggere.

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Ale
Recensioni: 4/5

"Max Fox o le relazioni pericolose" racconta uno spaccato della nostra società, che piaccia o meno. Ero curiosissima di leggere questo romanzo un po' per l'idea da "true crime", che ormai sta diventando un genere trasversale che ottiene tanto favore popolare, un po' perché si tratta di una storia che colpisce un'istituzione rara e pregiata, quale la Biblioteca dei Girolamini (impossibile, almeno al momento, visitarla, perché è ancora sotto sequestro). Sergio Luzzatto fa di tutto per fornirci un'immagine di vasto raggio della storia di Massimo Marino De Caro, di farci comprendere la sua figura, le sue motivazioni. E penso che ci riesca. I libri lasciati sotto un getto dello scarico dei gabinetti non è qualcosa che mi sia mai capitato di vedere, ma credo che possa accadere nelle alcove pubbliche dei nostri patrimoni artistici. E fa male, perché la soluzione non dovrebbe essere sottrarli al pubblico. E' questa la differenza, alla fine, tra Max Fox e a chi opera perché la cultura rimanga un bene comune. Non può esserci democrazia e civiltà senza uguali possibilità di accesso all'arte, alla cultura, allo studio e alla bellezza. Questo è un libro che val la pena di leggere, dunque, anche perché nella nostra storia Max Fox non è il primo (e forse, purtroppo, non sarà l'ultimo) ladro di libri, quando "ladro di libri", però, non equivale esattamente ad altri tipi di ladri. Proprio perché l'intento di De Caro sembra essere anche quello di preservare e curare i libri sottratti al nostro patrimonio pubblico.

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Voce della critica

Si può essere contemporaneamente malati di libri, ex allievi modello della scuola carabinieri, abilissimi falsari con il gusto per la beffa, saccheggiatori seriali di biblioteche, figli di un’integerrima famiglia comunista con alto senso del dovere civile, consiglieri d’affari di oligarchi russi, faccendieri con relazioni nel sottobosco politico berlusconiano e dalemiano?

Questa è la vicenda esistenziale di Massimo De Caro raccontata dallo storico Sergio Luzzatto nella sua biografia “provvisoria”: Max Fox o le relazioni pericolose (Einaudi, 2019). Un libro per chi ama le storie narrate con realismo e rigore documentario, storie che stordiscono con il turbinio di particolari e rocambolesche peripezie che evocano.

Nella primavera del 2012 l’Italia venne scossa dalla notizia di un clamoroso furto di libri antichi avvenuto a Napoli nella monumentale biblioteca dei Girolamini. Non serviva avere una passione per i manoscritti, gli incunaboli e le edizioni rare per provare un sentimento d’orrore davanti all’immagine raccapricciante degli scaffali completamente svuotati della sala principale della biblioteca. Costernazione accresciuta dal fatto che a commettere il colossale furto era stato lo stesso direttore, Massimo De Caro.

Come Emmanuel Carrère ne L’avversario, Sergio Luzzatto prende la figura di un mostro, un impostore, un criminale, lo intervista per mesi via Skype e ne ricostruisce la vita avventurosa, ricca di dettagli rivelatori sull’Italia contemporanea.

Luzzatto però mette in luce anche il lato umano del reprobo evitando di scrivere il mero approfondimento del casellario giudiziario che lo inchiodi definitivamente alle sue responsabilità. Quale rapporto intercorre fra il mestiere dello storico e la verità? Quali rischi ci sono nel ricorrere alla sdrucciolevole testimonianza diretta di una figura così manipolatrice, verso la quale lo stesso biografo non nasconde di provare una certa simpatia (le relazioni pericolose del titolo)? Come fare infine a non rendere il castigo del colpevole feroce ed eccessivo ed evitare che ci sia, come disse Jean Valjean ne I miserabili, “maggiore abuso da parte della legge nella pena, di quanto non vi fosse stato abuso da parte del colpevole nella colpa?

Il libro è quindi il ritratto di un’epoca e di un uomo, il mostro dei Girolamini Massimo De Caro, di professione truffatore, faccendiere e sommo razziatore del patrimonio culturale dell’umanità. Uno Zelig contemporaneo la cui morbosa attrazione per i libri antichi lo porta a distruggere in un vortice di nichilistica psicosi tante cose, compreso se stesso. Una riflessione su delitto, castigo e possibile riscatto di un bibliofilo che decise di vivere pericolosamente e volare troppo vicino al sole.

Recensione di Samuel Paoli

Si ringrazia il Master Booktelling dell'Università Cattolica di Milano

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Conosci l'autore

Sergio Luzzatto

1963, Torino

Insegnante di Storia moderna all'Università di Torino. Laureato alla Scuola Normale Superiore di Pisa, ha svolto un dottorato presso la Scuola Superiore di Studi Storici di San Marino. Successivamente è stato docente presso l'Università di Genova e l'Università di Macerata. Studioso della Rivoluzione francese, ha scritto inoltre di storia italiana fra Otto e Novecento, concentrando la sua indagine in particolare sul revisionismo in materia di resistenza e lotta partigiana. Il suo saggio Bonbon Robespierre (Einaudi 2009) ha vinto la tredicesima edizione del Premio letterario città di Bari nella sezione saggistica. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo L'autunno della Rivoluzione (1994), Il corpo del duce...

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