Venerdì o il limbo del Pacifico

Forse la Robinsoniade più riuscita; per me, per il momento, sì. Un cammino graduale dalla mentalità colonialista eurocentrica a una postcolonialista in cui l'europeo viene dipinto in maniera cruda ma realistica, un cammino da una visione antropocentrica a una in cui l'essere umano è una mera parte del tutto. Esiste un unico punto di vista? No. Il nostro è il migliore? No. Il succo è tutto qui. Ma è condito in maniera prelibata con una capacità magistrale d'introspezione nelle buie grotte all'interno dell'essere umano, grotte che, peraltro, possono scoppiare da un momento all'altro. Ringrazio Defoe per aver scritto l'ipotesto di partenza per un simile capolavoro.

Grande capolavoro di Tournier. Questo romanzo ribalta prospetticamente la robinsonata di Stevenson: l'avventura del naufrago sull'isola di Speranza non è affatto decisa in partenza, ma si svolge pagina dopo pagina stravolgendo le categorie e le aspettative del lettore. Il Robinson "perverso" di Tournier ci mette davvero davanti all'eventualità di un mondo senza altri. A meno che non sia Speranza stessa a rappresentare la possibilità stessa degli altri, ma in un modo totalmente nuovo, attraverso un rapporto rinnovato con il tempo, lo spazio, le cose.