L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2018
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Pensavo di leggere un’inchiesta giornalistica, ma in effetti il libro, che è, a mio parere erroneamente, definito “un romanzo inchiesta avvincente come un giallo”, avrebbe voluto . essere cosi, ma è semplicemente irritante. Per usare lo stile dell’autore” veniamo ai fatti”. I fatti sono per lo più notizie (credo per lo più vere) da cui derivano “illazioni”. E, sempre per usare lo stile dell’autore, dal vocabolario: “Illazione = deduzione, conclusione, anche arbitraria, che si fa derivare come logica conseguenza di una premessa” Oltre alle illazioni, certamente in buona parte arbitrarie, ci sono molte divagazioni fuori tema, e dietrologie : balene che cantano, Enrico Mattei, Ustica , ecc. ecc.
Bello e avvincente. Molto scorrevole, si legge in giornata
Navi a perdere (Einaudi, Collana Stile Libero Big, 2019) è un racconto-inchiesta di Carlo Lucarelli sulle cosiddette "Navi dei Veleni". Si potrà osservare, guardando tra le soglie del testo che il copyright di Lucarelli è del 2008. Evidentemente, Il racconto-inchiesta, prima di essere trasformato in volume, è stato oggetto di una sua inchiesta televisiva. Il racconto scritto nel classico stile "parlato" di Lucarelli si segue con straordinario interesse, mentre l'autore ci conduce per mano nei meandri della corruzione e del sistema degli affari illeciti che ruota attorno allo smaltimento dei rifiuti tossici. Si legge in un paio d'ore. Avvincente.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
«Come le balene, anche le navi affondate si fanno uscire dalla pancia versi bassi come muggiti, rantoli cavernosi come un sospiro a bocca aperta, gemiti e mormorii lunghi, che viaggiano dentro l’acqua e arrivano lontano, senza che niente li fermi […] esiste un canto delle navi perdute?»
C’è tutto Lucarelli in questo noir di ecomafia. C’è in tutti i sensi, si esprime, si lascia andare, ci vuole raccontare una storia e vuole farlo bene, senza tralasciare nulla, senza freddezza né troppa discrezione. L’autore è emozionato e partecipe, è avido di informare e coinvolgere. Con uno stile unico, seducente, da vero maestro della parola scritta, Lucarelli ci conduce in abissi oscuri, nei fondali dove non si vede quasi nulla, ma si è costretti ad interpretare una serie di suoni complessi, che divengono mano a mano più nitidi.
Il libro può essere definito come uno scorcio di realtà della durata di un centinaio di pagine. Un susseguirsi di eventi sconcertanti: navi che affondano più o meno tutte allo stesso modo, cariche di rifiuti tossici che si disperdono nei nostri mari. Uomini di potere senza scrupoli mettono a repentaglio le condizioni ambientali dell’Italia e del mondo intero, specialmente dei paesi in via di sviluppo creando un commercio illegale di rifiuti velenosi, destinati al mare o a discariche abusive costruite in luoghi isolati. È necessario aprire gli occhi e reagire, ma molti di quelli che hanno tentato di farlo ci hanno rimesso la vita. Da questi fatti si diramano storie di mafia, di omicidi mai spiegati del tutto, di tentativi di copertura di affari illeciti da parte di aziende e politici. Sono storie mirate a risvegliare la coscienza, storie che si intrecciano e pian piano conducono ad uno sprazzo di verità, un minimo di chiarezza, per lo meno.
Un romanzo lampo che riesce ad essere incisivo, forte, ricco sia da un punto di vista linguistico che contenutistico. Il ruolo giocato dalle parole è imprescindibile, non si può fare a meno di concentrarsi sul suono, il ritmo, la costanza con cui i termini chiave del libro si ripetono. Alcuni periodi brevi, composti da non più di tre o quattro vocaboli, vengono isolati dal resto del paragrafo. È una tecnica comune nei romanzi di Carlo Lucarelli. È un modo per staccarsi dagli ornamenti letterari della narrativa e ricordare senza mezzi termini che sta trattando tematiche forti, serie, fatti ben precisi.
La parola “dietrologia”, filo conduttore che allaccia insieme tutti i fatti narrati, è spiegata più volte, con il significato ripreso direttamente dal Devoto, operazione che lascia emergere un sarcasmo misto a preoccupazione, poiché la ricerca di interpretazione, a volte ossessiva, dei fatti (appunto, la dietrologia), è spesso un atteggiamento criticato e visto con sospetto. Che argomenti usano a loro discolpa i presunti responsabili dei danni ecologici? Dietrologia uguale paranoia. Si cerca di spacciare l’atteggiamento critico di chi cerca la verità per una semplice paranoia. Dietrologia, verità, paranoia.
Questo insolito noir è stato pubblicato nel 2008 dalle Edizioni Ambiente, una delle case editrici più attive in Italia nella diffusione delle tematiche sulla salvaguardia dell’ambiente.
Non si poteva scegliere un autore più efficace per sensibilizzare i lettori. Il libro si presenta come una piccola tela minore, abbandonata sulla parete di una galleria semivuota. Una di quelle tele che, nonostante la scarsa visibilità, colpiscono al volo per i contrasti, la luminosità dei colori, la drammaticità della composizione, l’assenza totale di pennellate incerte o sbiadite.
Recensione di Wuz.it in occasione della prima edizione del libro (Edizioni Ambiente 2008).
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore