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Momenti di trascurabile felicità
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Momenti di trascurabile felicità - Francesco Piccolo - copertina
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Momenti di trascurabile felicità

Descrizione


Possono esistere felicità trascurabili? Come chiamare quei piaceri intensi e volatili che punteggiano le nostre giornate, accendendone i minuti come fiammiferi nel buio? Sei in coda al supermercato in attesa del tuo turno, magari sei bloccato nel traffico, oppure aspetti che la tua ragazza esca dal camerino di un negozio d'abbigliamento. Quando all'improvviso la realtà intorno a te sembra convergere in un solo punto, e lo fa brillare. E allora capisci di averne appena incontrato uno. I momenti di trascurabile felicità funzionano così: possono annidarsi ovunque, pronti a pioverti in testa e farti aprire gli occhi su qualcosa che fino a un attimo prima non avevi considerato. Per farti scoprire, ad esempio, quant'è preziosa quella manciata di giorni d'agosto in cui tutti vanno in vacanza e tu rimani da solo in città. Quale interesse morboso ti spinge a chiuderti a chiave nei bagni delle case in cui non sei mai stato e curiosare su tutti i prodotti che usano. A metà strada tra "Mi ricordo" di Perec e le implacabili leggi di Murphy, Francesco Piccolo mette a nudo i piaceri più inconfessabili, i tic, le debolezze con le quali tutti noi dobbiamo fare i conti. Pagina dopo pagina, momento dopo momento, si finisce col venire travolti da un'ondata di divertimento, intelligenza e stupore. L'autore raccoglie, cataloga e fa sue le mille epifanie che sbocciano a ogni angolo di strada. Perché solo riducendo a spicchi la realtà si riesce ad afferrare per la coda il senso profondo della vita.
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Dettagli

2010
22 ottobre 2010
134 p., Brossura
9788806205515

Valutazioni e recensioni

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Ilaria
Recensioni: 4/5

Il libro si intitola “Momenti di trascurabile felicità” ma non è affatto trascurabile la felicità che certi piccoli momenti narrati in questo breve romanzo possono regalarci. In circa 130 pagine l’autore ci mostra, sornione, con simpatica ironia e leggerezza (ben lontana dalla superficialità), le infinite situazioni che possono capitarci ogni giorno, a cui spesso non facciamo caso, in cui può annidarsi la felicità: la soddisfazione di indovinare la risposta giusta ad un quiz in tv, il vagare in giro per la città vuota ad agosto, poter godere del silenzio della casa la notte quando tutti dormono, il potersi fiondare su un posto libero in autobus, la gioia di sentirsi cercato la sera tardi da qualcuno che ci vuole bene… Con semplicità questo libro cerca di insegnarci l’arte di cercare la felicità nelle piccole cose e di porre l’attenzione sull’inestimabile valore della quotidianità. Più volte durante la lettura mi sono ritrovata a ridere, a volte anche con un po’ di vergogna, perché in molte situazioni descritte ho ritrovato scene della mia vita di tutti i giorni. Una lettura scorrevole, una capacità descrittiva molto acuta, questa lettura mi ha donato momenti molto piacevoli senza mai scadere nella superficialità e nella banalità.

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Vale
Recensioni: 1/5

Un libro cosi' brutto che dopo anni lo ricordo ancora, anche per i soldi buttati via.

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strummercave
Recensioni: 1/5

Per me ogni momento di felicità non è mai trascurabile e mi è sufficiente pensare a quella che provo ogni volta che ho tra le mani un bel libro. E anche stavolta, nonostante la mediocrità del prodotto, ho avuto i miei momenti di felicità: perchè non ho sprecato soldi per comprare il libro, che ho saggiamente preso in prestito; perchè è breve (piccolo) come l'autore, pieno di pagine bianche ed enormi interlinee a separare i paragrafi, e quindi si finisce di leggerlo in fretta; perchè - mi rendo conto - tante volte mi comporto da stronzo, lo so, ma c'è chi mi frega. Voto: 1, perchè meno non si può.

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Voce della critica

Francesco Piccolo, nato a Caserta nel 1964, è l'unico caso nel panorama della narrativa d'oggi di scrittore-antropologo: la sua è una poetica incentrata sempre sull'indagine dell'antropologia dei suoi simili e contemporanei e, proprio per questa ragione, la ricerca riguarda se stessi in una inevitabile compromissione col proprio tempo. Non si tratta di auto-fiction o di diarismo, ma sin dai primi racconti, Allegro occidentale (Feltrinelli, 2003), Piccolo propone una forma originale di etnologia critica nella quale lo scrittore per primo è coinvolto, il racconto del carattere e dei costumi, spesso imbarazzanti, del proprio popolo nel quale alla fine ci si riconosce con coraggio. È così che si può affermare che il miglior "Contromano" in questi anni, la collana dei reportage e dei viaggi della Laterza nella quale si cimentano tutti gli scrittori italiani, sia L'Italia spensiera di Piccolo (2007), l'attraversamento dei non-luoghi del consumo e dell'intrattenimento di questa Italia attuale – l'autogrill nei giorni dell'esodo, il parco di divertimento per bambini, lo studio televisivo e la visione del cinepanettone natalizio – nei quali riconoscere come propria la conformistica spensieratezza. Così come l'unico romanzo pubblicato, La separazione del maschio (Einaudi, 2008), poteva essere letto come una auto-analisi del rapporto, allo stesso tempo arcaico e post-moderno, che il maschio italiano ha con il sesso e quindi il potere. Una ricerca operata criticamente sulla propria nevrosi per raccontare un uomo della classe media di una metropoli, realizzato socialmente con un lavoro molto simile a quello dell'autore che è sceneggiatore, e sentimentalmente con una famiglia, ma affetto da una poligamia seriale che lo costringe ad avere una decina di amanti. Anche quest'ultimo e breve libro, Momenti di trascurabile felicità,rappresenta un altro tassello di questa indagine, spiazzando l'aspettativa dei lettori: si tratta diuna raccolta di momenti di sadismo innocuo, inframezzati da brevi racconti, alcune avventure sentimentali, piccole gioie scontate (per esempio "l'acqua quando hai sete, il letto quando hai sonno") e ossessioni personali come "le grandi librerie" oppure "il ritorno dalle vacanze il giorno prima" o ancora "sfogliare le riviste senza trovare alcun che di interessante da leggerci". Una lista che vede una spiccata predilezione per i mezzi di comunicazione e trasporto (sms, treni e attese, telefoni, automobili e motorini) sempre più totalizzanti nel nostro presente e anche per quelli di intrattenimento e distrazione (tv, teatro, cinema e romanzi), senza dimenticare le sigarette fumate di sveviana memoria o quello che succede in una strada in un giorno qualunque, come insegnava Georges Perec. "Un perfido e irresistibile catalogo dell'allegria di vivere" che mette in fila tutti i tabù che non si possono pronunciare e che provocano piacere dai più semplici nel quotidiano, come i rumori e i gesti automatici, a quelli più intellettuali come l'idiosincrasia per Jack Kerouac e Joseph Conrad opposta alla simpatia per Meryl Streep e la televisione. Da un certo punto di vista il catalogo dei trascurabili momenti di felicità quotidiana è come se desse la stura alla cattiveria piccolo borghese, ammiccando al lettore continuamente e proponendo un sotto-testo del coraggioso politicamente scorretto, tipo del qualcuno-lo-doveva-dire, ma anche ricordandoci che siamo tutti coinvolti in questa mediocrità collettiva. Sono questi, infatti, due elementi unificanti: la cattiveria gratuita, che dà l'idea illusoria di trasgressione, e l'esaltazione del quotidiano comune, nel quale gli altri, abitanti delle frivole e provinciali metropoli italiane, si possono ritrovare accrescendo la lista. Inoltre Momenti di trascurabile felicità può essere anche letto come aggiornamento della mutazione antropologica dei nostri comportamenti svelando particolari e impensabili ibridazioni culturali: ad esempio alcuni comportamenti derivano dal più avanzato capitalismo, mentre altri sono opposti e resistenti ai cambiamenti della modernità. Facendoci riconoscere in questi "momenti", Piccolo ci ricorda a che livello di conformismo civile e culturale siamo arrivati, non pretendendo per questo di essere assolto o di guarirsi e guarirci dai sintomi della banalità del contemporaneo: come un etnologo che sta studiando l'antropologia di una tribù, Piccolo è come se avesse appuntato in questo libro i dati "trascurabili" di questo popolo italiano contemporaneo che messi in fila ci dicono molto di più e molto più in profondità di quanto si creda. Ancora una volta l'aspetto più originale risiede nel fatto che Piccolo è un antropologo di se stesso, appartiene a questa nostra tribù, non si esime dallo studiarsi, e quindi diventa lui stesso oggetto di studio rinnovando una necessaria e sempre più urgente autoanalisi civile in nome del "tutti coinvolti". Nicola Villa

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Conosci l'autore

Francesco Piccolo

1964, Caserta

Francesco Piccolo è scrittore e sceneggiatore. Esordisce in letteratura con il romanzo Diario di uno scrittore senza talento (1993) che si qualifica finalista al Premio Calvino. Tra i suoi libri si ricordano: La separazione del maschio, Momenti di trascurabile felicità, Il desiderio di essere come tutti (Premio Strega 2014), Momenti di trascurabile infelicità, L’animale che mi porto dentro, Momenti trascurabili Vol. 3, La bella confusione, Scrivere è un tic. I metodi degli scrittori (tutti editi da Einaudi). Con Feltrinelli ha pubblicato  Storie di primogeniti e figli unici (1999), E se c'ero, dormivo (2000), Allegro occidentale (2005), La separazione del maschio (2023).Ha firmato, tra le altre, sceneggiature per Nanni Moretti...

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