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Bestiari del Medioevo - Michel Pastoureau - copertina
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Descrizione

«A differenza di quanto generalmente si creda, gli uomini del Medioevo sapevano osservare assai bene la fauna e la flora, ma non pensavano affatto che ciò avesse un rapporto con il sapere, né che potesse condurre alla verità. Quest'ultima non rientra nel campo della fisica, ma della metafisica: il reale è una cosa, il vero un'altra, diversa.»


Gli unicorni non esistono; non moriremo inghiottiti da un ippopotamo; i serpenti non amoreggiano clandestinamente con le murene e un gatto, sia pure scorbutico, non per questo è un agente di Satana. Lo sappiamo tutti, con una certezza talmente «chiara e distinta» da considerare tutt’al piú con benevola indulgenza i testi medievali che sembrano addirittura descrivere queste assurdità sub specie scientiae. In effetti, si può fare: nulla impedisce di ammirare le splendide immagini di questo libro e di divertirsi – molto – con le stravaganti storie di animali che raccoglie. È un criterio esatto. Per l’appunto, avverte l’autore: solo che nel Medioevo esatto non coincide con vero, anzi. Il primo è un concetto superficiale, limitato, personale e di conseguenza impressionistico. Il secondo, una qualità da conquistare, sempre nascosta com’è «sotto il velame» di codici e simboli, che peraltro – grazie alla sapiente regia della Chiesa e degli intellettuali – vanno a costituire un lessico potente e condiviso, fatto di metafore narrative ma anche di colori e forme, cui la ripetizione costante garantisce, alla lunga, vasta diffusione e immediata comprensione da parte del pubblico. Non va mai dimenticato, infatti, che dietro le «favolette» si stagliano grandi figure di uomini dottissimi, profondi e innamorati conoscitori non solo dei testi sacri ma anche, per quanto possibile, dei classici greco-latini. Attraverso la loro opera, questo sapere si conserva e si propaga: istruisce i predicatori, catechizza i fedeli, tende a mitigare i costumi, ma disquisisce anche di amor cortese e, addirittura, trasposto nell’araldica, può trovarsi alla base della costruzione di interi programmi politici. C’è davvero qualcosa di ingenuo, in questo? E chissà che, chiudendo il libro, non ci scopriremo a pensare che gli unicorni non esistono solo perché non siamo addestrati a vederli.
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Dettagli

2012
13 novembre 2012
XIV-314 p., ill. , Rilegato
9788806213619

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Ades
Recensioni: 5/5

Pastoureau ha realizzato un vero capolavoro. "Bestiari del Medioevo" nonostante l'argomento apparentemente poco attraente si rivela si dalle prime pagine un vero capolavoro: ordinato per schede - così da favorire una agevole consultazione - e corredato da un curatissimo apparato iconografico esso consente al lettore di conoscere i molteplici significati che gli uomini del Medioevo attribuivano agli animali sia domestici che selvatici sia reali che immaginari. Grazie ad esso è così possibile penetrare meglio il significato delle opere letterarie o artistiche in cui gli animali compaiono.

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Lagil
Recensioni: 5/5

Colpiscono subito all'occhio le illustrazioni che si fondono perfettamente con l'animale a cui si riferiscono. Primo capitolo che dà un excursus sul genere del bestiario, molto piacevole alla lettura. Il punto forte però sono le descrizioni degli animali, le cui informazioni non sono trattate come un semplice elenco, ma raccontano la loro storia, attraverso anche le splendide illustrazioni che accompagnano la lettura. Un valido acquisto per appassionarsi al genere

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Daniele
Recensioni: 2/5

Pastoureau è storico profondamente influenzato dalla semiotica, tanto da dedicare i suoi libri a monografie su simboli quali i colori, l'araldica, gli animali (il suo libro sull'orso è un capolavoro della moderna storiografia) per approfondire la cultura medievale. Questo libro, dedicato alla trattazione delle opere medievali aventi gli animali come oggetto, si apre con un fulminante capitolo che descrive il concetto di scienza come era inteso nel Medioevo; i restanti capitoli sono solo un elenco di come venissero trattate le diverse specie, interessante, ma nulla più di quanto ci si possa attendere, appunto, da un elenco. Ci vorrebbe un resoconto finale che desse qualche spiegazione del perché alcuni animali fossero associate a visioni positive, perché altri meno, e invece tutto questo è assente. Da sfogliare comunque, per le magnifiche miniature che accompagnano il testo.

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Conosci l'autore

Michel Pastoureau

1947, Parigi

Michel Pastoureau è storico, antropologo e saggista, conosciuto soprattutto come storico del colore. Autore di numerosi saggi di araldica, numismatica, sigillografia, ha svolto estese ricerche su bestiari e simboli medievali. Studia archivistica presso l’École nationale des chartes e lavora al Cabinet des medailles della Bibliothèque nationale de France. Dirige l'École pratique des hautes études, presso cui è titolare della cattedra di Storia della simbologia medievale. È inoltre membro dell’Académie internationale d'héraldique. Nel 2010 con il saggio I colori dei nostri ricordi ha vinto il Prix Médicis. Tra le pubblicazioni per Einaudi: L'orso. Storia di un re decaduto (2008), Bestiari...

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