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«La verità riesce ad imporsi solo nella misura in cui noi la imponiamo; la vittoria della ragione non può essere che la vittoria di coloro che ragionano.»
Il testamento spirituale di Brecht, un ritratto fortemente chiaroscurato e volutamente contraddittorio del grande scienziato pisano, la cui indefessa ricerca della verità si trasforma a poco a poco in una sorta di vizio, di personale, quasi narcisistica intemperanza intellettuale. La presente edizione offre un'ampia introduzione, che situa l'autore e l'opera nel loro contesto storico e letterario, il testo originale nella versione definitiva e integrale con la traduzione a fronte, un corredo di note a piè di pagina che chiariscono le difficoltà linguistiche e forniscono precisazioni culturali, d'ambiente e di costume.
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Non il mio genere, letto per la scuola. Ma devo dire molto scorrevole e comprensibile. Buono
Bertolt Brecht ci regala la sua celebre opera teatrale alla vigilia della seconda guerra mondiale nel 1939. Nonostante il titolo sia fuorviante, il testo non segue l’intera vita di Galileo Galilei, ma si concentra sul periodo dedicato dallo scienziato agli studi intorno alla teoria copernicana e si chiude con la condanna del Sant’Uffizio. È una lettura godibile, ironica e cinica, che sottolinea da una parte le meraviglie della scienza in contrapposizione con il contrasto della Chiesa che lotta per custodire l’esclusiva verità. Non mancano anche alcuni episodi ironici come ad esempio la truffa del cannocchiale che Galilei porta a Venezia come sua invenzione mentre era già in uso da tempo in Olanda. Una chiave di lettura interessante e di facile interpretazione è considerare l’opera come una critica alla corrente nazista e di come lo studio e la scienza ne siano una fulgida via di fuga. Ha deliziato la mia lettura la voce di Giorgio Strehler che ha portato a teatro quest’opera nel 1991 e ne è stato fatto un audiolibro molto affascinante
La fiducia nella ragione, il legame fra l'ignoranza, la povertà e il potere che si avvale, in ogni epoca, compresa la nostra, della superstizione, della cretineria, della credulità degli ottusi. La ragionevolezza e il buon senso sono da sempre nemici della giustizia e dell'equità: il Galilei di Brecht è più politico che scienziato. Ma è altrettanto moderno e indispensabile. Specie per questi tempi, in cui "se ignorare la verità è da stupidi, negarla è da criminali".
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