Vergogna

Buon romanzo, come lo è l’altro libro di Coetzee che ho letto, “Nel cuore del paese”, due opere d’altra parte diverse, per tono, per stile, come se si trattasse di due autori diversi. E per l’appunto ho letto che Coetzee sa variare la sua scrittura a seconda del tema trattato. Detto ciò, il protagonista di “Vergogna”, David Lurie, professore universitario cinquantenne, all’inizio non è particolarmente simpatico: divorziato e seduttore impenitente, si mette nei pasticci fino a rovinarsi la carriera intrecciando una relazione con una sua studentessa ventenne. Costretto a dimettersi, decide di raggiungere la figlia Lucy, per la quale non ha nutrito una grande considerazione negli ultimi anni. Ma Lucy, venticinquenne, che vive da sola in una proprietà nel veld sudafricano, dove coltiva fiori e ortaggi per venderli in un mercato settimanale, si rivela una donna abbastanza felice, ben radicata nella sua vita di contadina, con una solida visione della realtà, fino a quando diventa una vittima più o meno consenziente della “vendetta della storia”, nelle relazioni tra bianchi e neri. Mi aspettavo un po’ di più da questo romanzo, che tuttavia giudico piuttosto bello, scritto com’è con ammirevole scorrevolezza (ma inferiore a “Nel cuore del paese”, che è di ben altra tempra).

Da leggere tutto d’un fiato, c’è dentro l’atrocità e la bellezza del Sudafrica. Terra di profonde ingiustizie, dove la lotta tra bianchi e neri si perde nei grigi della violenza con punte colorate d’umanità.

Poco credibile e per nulla coinvolgente