Trieste. Un'identità di frontiera

Saggio sui generis del miglior Magris: un grande affresco. Trieste viene qui raccontata nella sua storia e topografia ideale: spicca quel "microcosmo" che ha rappresentato all'epoca della sua appartenenza alla Grande Kakania. Ma viene ampiamente ricordato anche il giovane Scipio Slataper con il suo eroico irredentismo e le sue intime contraddizioni - che erano forse, poi, nient'altro che la sublimazione di quell'identità di frontiera, che fa da sottotitolo al libro. La città del venditore di vernici Schmitz e dell'Umberto Poli, libraio antiquario. Ma anche dei tanti intellettuali campanilisti e "provinciali" che la popolavano, più che animarla. Tutto sommato, un magnifico affresco. Un saggio che consiglio.

Ottima e coinvolgente la parte storica, un po' meno quella letteraria, soprattutto per chi non conosce Scipio Slataper. Superato questo scoglio iniziale, si apprezza la bellezza e l'unicità di Trieste attraverso la grandezza degli autori.