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The Love Object. Selected Stories raccoglie una selezione di diciassette racconti brevi, pubblicati tra il 1968 e il 2011, per la quasi totalità già noti al pubblico italiano, ma che vengono ora riproposti in una nuova traduzione. In realtà, gran parte dei testi presenti in questa raccolta hanno più un carattere di “frammento autobiografico” che non di lavori di finzione narrativa.
Racconti brevi che descrivono in poche pagine l’Irlanda pre-boom economico, il provincialismo di Dublino, lo squallore della vita rurale, piccoli cottage davanti all’oceano con le immagini del Sacro Cuore. Ossessive analisi degli irredimibili conflitti tra i due sessi e soprattutto dei complessi rapporti tra madri e figlie, in un spaventoso gioco di specchi che sembra non lasciare scampo a nessuna delle protagoniste. Una visione profondamente influenzata dai dettami della religione cattolica, che in certi momenti prevarica l’anticonformismo della scrittrice. In questo panorama, tutti sono destinati a essere infelici, dalle giovani donne trasgressive, assetate di vita e di sesso, alle loro madri, asservite al ruolo di mogli e di vittime. “Forse pensava che il matrimonio della figlia dovesse rimediare al suo” pensa una madre in Una rosa nel cuore di New York (1978), ma nel mondo precario di Edna O’Brien il naufragio è sempre dietro l’angolo e basta un niente per frantumare anche il più desiderabile degli “oggetti d’amore”, che nel peggiore dei casi si trasforma in una bestia, violenta e pericolosa. Così ieri come oggi.
Recensione di Elisabetta d’Erme.
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