L' animale che mi porto dentro

Non conoscevo l’autore ed il libro mi è stato regalato. Si tratta di un’opera autobiografica nella quale traspare chiaramente la tossicità della personalità e della maniera di pensare dello scrittore. Tutti aspetti non solo dovuti ahimè all’ambiente in cui Piccolo è cresciuto, ma anche legati al suo carattere irrascibile, arrogante e violento. Probabilmente il sig. Piccolo ignora che “avere le palle” significa proteggere ed essere fedeli alle proprie compagne, fortunatamente non siamo tutti dei Fantozzi e cercare di dipingere il genere maschile facendo riferimento a vicende personali o a film/libri di basso livello, è davvero un tentativo fallimentare e miserabile. Terminato il libro il mio unico pensiero e supporto va alla moglie ed ai figli dell’autore, i quali evidentemente convivono con un uomo che dovrebbe affrontare i propri problemi con un bravo analista. Continuerò a leggere libri soprattutto di scrittori internazionali perché purtroppo noto che in Italia il Berlusconismo è permeato in tutti gli aspetti della società, cultura inclusa. Ma come dicevo prima, per fortuna esistono anche altri uomini.

Sono molto deluso da questo libro. Lo avevo acquistato perché Piccolo mi era piaciuto molto in "La separazione del maschio" ma questo è veramente una delusione, monotematico, ripetitivo, saltellante. E soprattutto , non ti trasmette assolutamente nulla e i moti interiori del protagonista appaiono alquanto inverosimili.

Mancano poche pagine ma sono quasi alla fine e non vedo l’ora di riporlo nella libreria. Un libro monotematico dove non c’è una storia se non la propria storia che però può o non può interessare, sopratutto se concentrata soltanto sull’organo genitale maschile e le pulsioni che ne derivano. Peccato, mi ricordavo un Autore brillante, ma sono passati un po’ di anni forse dai suoi primi romanzi.