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Scherzetto - Domenico Starnone - copertina
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Scherzetto

Descrizione



Domenico Starnone ci inchioda ancora una volta col sorriso all'egoistica e generosa furia del nostro attaccamento alla vita.

«"Scherzetto" non è soltanto una partita che si segue come un match di tennis guardando ogni volta dove va a finire il punto tra il nonno e il nipote, tra la vecchiaia e l’infanzia, tra il passato che scolora e il futuro che mostra i muscoli. È un altro salto nei vuoti e nei pieni dei legami famigliari, nella materia pulsante e nei "lacci" di cui è fatta la vita.»Cristina Taglietti, La Lettura del Corriere della Sera

Immaginatevi un duello. A fronteggiarsi ci sono due maschi, sangue dello stesso sangue. Il più alto ha superato i settant'anni, è un noto illustratore, vive da molto tempo in assoluta solitudine. Il più piccolo è una peste di quattro anni che parla come un libro stampato: un nipote visto sì e no due volte, affidato alle cure del nonno per tre giorni interi. I genitori del piccolo Mario devono partire per un convegno, o forse semplicemente prendersi il tempo per capire se il loro matrimonio è arrivato al capolinea. Perciò il bambino viene lasciato alle cure di un nonno praticamente sconosciuto, un vecchio illustratore, burbero e affaccendato, che vive da molti anni a Milano. Tra quattro mura e un balcone, nell'arco di settantadue ore si svolge questo racconto affilato, il perfido e divertente scontro tra un nonno stanco e distratto e un piccolo gendarme petulante e vitalissimo. Nella partita che si gioca fra loro, tra alleanze, rivalità e giochi non sempre divertenti, è la vita che si specchia in tutte le sue forme: la vita trascorsa e quella in potenza, la vita dura e beffarda di Napoli che riaccoglie l'uomo dopo tanti anni, la vita della casa che sembra risvegliarsi piano piano, piena di echi e di fantasmi.
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Dettagli

2016
11 ottobre 2016
176 p., ill. , Rilegato
9788806232351

Valutazioni e recensioni

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Claus
Recensioni: 5/5
Dentro i rapporti umani

Starnone non mi delude mai. Dopo "Lacci" questo è il degno seguito dell'indagine che lui fa sui rapporti umani, questa volta prendendo un nonno e un nipote, soli in un appartamento per tre giorni, mentre i genitori del bimbo sono fuori per lavoro. Con l'incedere degli scherzetti, si scava nell'animo umano, nei fantasmi di una vita, in quel che si voleva essere e non si è diventati, o in quel che si credeva di essere...sopravvalutandosi. Lo consiglio vivamente.

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Anna
Recensioni: 4/5
Scrittura impeccabile

Storia semplice ma con una scrittura impeccabile che ci fa entrare dentro le situazione e i personaggi

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Marie
Recensioni: 3/5

Romanzo amaro e malinconico, ma bello e avvincente. Un pò meno l'appendice, anche se i disegni contribuiscono a creare l'alone di profondità che l'autore ha voluto dare al libro. Comunque, bello.

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Recensioni

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Voce della critica

Quello che Starnone ?ci offre è uno scherzetto? adulto: un testo relativamente breve ma co?struito con grande padronanza dei mezzi, dalla struttura complessiva ottimamente calibrata al passo svelto e coinvolgente, ottenuto soprattutto grazie a un abile uso del dialogo. E tutt’altro che leggeri sono gli argomenti che tocca: la possibilità di costruire sé stessi e la quota di destino; l’ereditarietà e la libertà del volere (…); il senso di una vita dedicata all’arte (…). E naturalmente i momenti-limite dell’esistenza: la vecchiaia e l’infanzia, visto che il protagonista e voce narrante è un artista settantacinquenne, che vive da solo a Milano dopo la morte della moglie, chiamato dall’unica figlia a tornare a Napoli, per rimanere alcuni giorni col nipote di quattro anni. Si sente vecchio ed è in ritardo con un lavoro da finire: le illustrazioni per un racconto di Henry James del 1907, The Jolly Corner, che fin dal dialogo iniziale che innesca il ritorno viene presentato così: “un tale torna in una sua vecchia casa di new York e lì trova un fantasma, cioè lui stesso come sarebbe stato se fosse diventato un uomo d’affari”.

La domanda che assilla il protagonista di James, in effetti, è: se fossi rimasto, cosa sarebbe stato di me, cosa avrebbe fatto di me questa città? Sono esattamente i temi del racconto di Starnone. La riflessione su chi diventare (…), su chi si è diventati, su chi si sarebbe potuto essere (…). I fantasmi sono quindi anche quelli del proprio lavoro, della vocazione di una vita; sono anche in questo senso apparizioni labili di quanto poteva essere ma non è stato. Il rapporto tra nonno e nipote si rivela difficile, per l’inscindibile commistione di vicinanza e fastidio, (…) complicità e aggressività, in uno spazio pieno di ricordi involontari e di pericoli presenti, legati alla debolezza della vecchiaia. (…). Il ritorno nella casa dell’infanzia è scontro con i fantasmi dei possibili sé che il protagonista ha annullato diventando artista; e pure con quelli dei genitori (…).

Nel suono del dialetto – che Starnone modella seguendo la sua vocazione alla resa del suono con contratti segni di quei suoni veloci, contundenti (“chilluscassacàzz”) – ritrova insieme la violenza e la cura. L’io quasi-autobiografico di Starnone non rifiuta con orrore i propri possibili sé, ma riesce in qualche modo ad accoglierli. (…).

Recensione di Davide Dalmas

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Conosci l'autore

Domenico Starnone

1943, Napoli

Domenico Starnone ha insegnato a lungo nella scuola media superiore e si è occupato di didattica dell'italiano e della storia (Fonti orali e didattica, 1983). L'esperienza dell'insegnamento lo ha portato a scrivere Ex cattedra e altre storie di scuola, pubblicato originariamente alla fine degli anni ottanta, e Solo se interrogato. Appunti sulla maleducazione di un insegnante volenteroso.Per "I Classici Feltrinelli" ha introdotto, tra gli altri, Cuore di De Amicis (1993), Ultime lettere di Jacopo Ortis di Foscolo (1994) e Lord Jim di Conrad (2002). È stato redattore delle pagine culturali del “Manifesto”. Dai suoi libri sono stati tratti i film La Scuola di Daniele Luchetti, Auguri, Professore di Riccardo Milani e Denti di Gabriele Salvatores. Nel 2001 ha...

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