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Buona la trama che, pur non rinunciando a trattare temi di ampio respiro, risulta più personale e centrata sulle scelte del singolo (nonché sul prezzo da pagare che tali scelte comportano). Ottimi i personaggi che mescolano cinismo e romanticismo, nobiltà e viltà, crudeltà e desiderio di redenzione il tutto restando vivi e credibili (l’Alesa di Lilin come il Werther di Goethe? Magari meno patetico e di sicuro meglio vestito.) La prosa risulta ricca e articolata ma ottimamente scorrevole con le classiche “interruzioni” tipiche dell’autore (storie nella storia che spezzano lievemente la narrazione pur restando godibilissime), ma quest’aspetto di Lilin o lo si ama o lo si odia. La storia si svolge in un arco temporale molto ristretto e il bilanciamento tra azione e “parti riflessive” è eccellente, l’unico difetto è l’eccessiva brevità del romanzo. Seriamente, in poche ore si arriva alla fine e, come per tutte le belle storie, ci si ritrova a pensare cosa ne sarà dei personaggi…
Lilin è uno scrittore dalla prosa fragile, spesso banale ma dai contenuti forti, grazie ai quali, riesce a generare una certa tensione narrativa e a mantenerla, sicché, quando comincio a leggerlo, consapevole della sua limitatezza in senso strettamente letterario e i numerosi stereotipi, è difficile che non ci rimanga in qualche modo attaccata per via di quei tre o quattro argomenti che evidentemente su di me hanno una certa presa: lucida spietatezza, inopinata fragilità, ineluttabilità degli eventi e permeante virilità. Nel complesso però non posso né definirlo un buon libro né tantomeno consigliarlo ai lettori con gusti e percorsi letterari simili ai miei.
Lilin si evolve, scrive dei temi che avevo apprezzato nei primi due suoi libri e che lo hanno reso famoso, come la criminalità', la guerra, la violenza feroce: li mette pero' al servizio di una storia che racconta il cambiamento della Russia e l'invecchiamento del personaggio principale. I temi toccati sono tanti, la natura umana, l'ineluttabilità' del fato, il cinismo, gli ideali. Si vede un intento letterario che testimonia la crescita dell'autore. L'intreccio e' un po' troppo articolato e poco verosimile, ma e' chiaramente strumentale ed e' scritto con il consueto stile asciutto, potente e feroce.
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