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Con tenerezza, comicità, intelligenza, intensa compartecipazione, Tiziano Scarpa racconta come sfruttare le possibilità che si hanno, in diverse età della vita, per salvare sé stessi e gli altri, o per condannarsi da soli.
«Un romanzo bello e armonioso in cui tre personaggi stanno varcando una soglia fra crisi e desideri, rivalsa e riscatto» – il Venerdì, la Repubblica
Occhi sgranati e muso corrucciato, il gufo ci guarda come se ci avesse colti sul fatto.
Nella Venezia che attrae tutte le fisionomie del mondo si ritrovano un vecchio telecronista di calcio che sta perdendo l'uso della parola, un professore di liceo con ambizioni troppo grandi e un giovane dai molti talenti a caccia di anziane signore facoltose. Hanno una vendetta da compiere, una famiglia da salvare e tante delusioni da riscattare. Sono pronti a cambiare sé stessi per amore o per soldi. Si lanciano nelle avventure piú inattese, fanno scelte comiche e dolorose. Ma questo romanzo sa come seguirli. Con tenerezza, comicità, intelligenza, intensa compartecipazione, Tiziano Scarpa racconta come sfruttare le possibilità che si hanno, in diverse età della vita, per salvare sé stessi e gli altri, o per condannarsi da soli.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Non mi ha catturato. Dopo diversi giorni in cui ho cercato di insistere nella lettura per cercare di appassionarmi ho deciso di accantonarlo.\nNon voglio esprimere un giudizio perché non l'ho veramente letto.
Letto "Il brevetto del geco", sempre per rimanere nel bestiario di Scarpa, ho acquistato "Il cipiglio del gufo". L'ambientazione a Venezia ha contribuito a giustificare a me stesso la scelta, vista la molta carne al fuoco che avevo al momento dell'acquisto del libro. Dico subito che avevo aspettative maggiori, ma che, tutto sommato, non lo boccio del tutto. Se il registro utilizzato da Scarpa, quello del diario, deve avergli semplificato la vita, a tratti l'ha complicata al lettore. Infatti, mancando la classica trama del romanzo, una parte dei capitoli risulta pesante e fortunatamente solo pochi toccano il fondo dello stucchevole (su tutti: Cazzavillan e Gilberto nell'Oceano del Possibile). Ottimo il personaggio di Nereo Rossi, meritevole Carra, anche se poco sviluppato, caratteristico quello di Carletto Zen (anche senza i troppi particolari di sesso esplicito, etero e omosex: non sono un puritano, ma quel che e' troppo e' troppo...); assolutamente indigesto il diario di Cazzavillan (e famiglia), abbastanza piacevole all'inizio, ma fatto scivolare nella brodosa pentola di fagioli-metafora del viaggio nella playstation che avrebbe avuto il merito di risolvere il problema del figlio Gilberto, entrato suo malgrado nella (grande?) famiglia degli hikikomori. Per me il geco vince sul gufo a mani basse, anche se non tutto il... cipiglio e' da buttare.
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