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Non è detto che quando gli amori si complicano ci sia sempre qualcuno destinato a perdere. E non è neppure vero che, se due donne hanno in comune lo stesso uomo, debbano per forza essere rivali. Un gioco di specchi che racconta guerre silenziose, feroci confronti generazionali e improvvisi gesti di dolcezza. Perché anche nel peggiore dei sabotaggi, in fondo, si può nascondere la chiave per salvarsi
«Se un’altra donna ti dice qualcosa sull’uomo che ami, deve farsi attraversare dallo stesso dolore che provi tu, non può restarne fuori o argomentare con distacco. Da un uomo è accettabile, da una donna no, perché è un’altra te stessa».
Elena è giovane, Pietro è molto piú vecchio di lei. Ma si sono scelti, e dalla loro relazione hanno deciso di tener fuori le ferite della vita di prima: fanno l’amore con il gusto di chi scopre tutto per la prima volta, bevono caipirinha quando lui torna tardi, si concentrano sull’ebbrezza del quotidiano. Quando Maria, l’ex moglie di Pietro, riesce a conoscere Elena con un inganno, la vita si complica per tutti. Le due donne si raccontano, si confidano e confrontano, e poco per volta la figura di Pietro si trasforma per tutt’e due. La scrittura affilata e rivelatrice di Cristina Comencini torna a illuminare i vortici e le secche delle relazioni, scegliendo la prospettiva di due donne rivali che in comune sembrano avere soltanto lo stesso uomo. Una turbinosa e vitalissima riflessione sulla complicità e sulla rivalità femminile. E su quella stanza tutta per sé a cui gli uomini – con questo romanzo – possono avere accesso. «La moglie aveva scoperto che viaggiava per lavoro con un’altra, che dormivano nella stessa stanza. L’aveva cacciato di casa e lui era andato a vivere con l’altra donna, la compagna di viaggio, e poi si erano lasciati. Ricordo benissimo che mentre me lo raccontava avevo pensato: ora l’altra sono io».Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Non è il mio genere preferito, ma confesso di essere stato accalappiato da questa storia inusuale, sia per le vicende narrate che per il particolare modo di raccontarle. Alcune riflessioni interessanti non fanno tuttavia dimenticare la profonda tristezza di cui è permeata l’intera vicenda.
Riflessioni di donne intorno a se stesse e i propri compagni per arrivare a descrivere maschi adulti che si accoppiano con giovincelle per celebrare un'eterna giovinezza (uno anche con minorenni) e donne sole che tirano su figli in solitaria, fra cui uno portato all'estero (come, con quale autorizzazione?), tolto al padre come un rapimento di minore, giustificato dalla protagonista perché lui era malato psichico, eppure esistono i diritti anche per questi soggetti. In conclusione, pure la protagonista amante decide che farà magari un figlio da sola, verso 40 anni, mentre il suo ex continuerà a spupazzarsi ragazze e la ex moglie di lui si realizza in altri campi. Tutto questo indagare a più voci non aggiunge gran che alla descrizione dei rapporti di oggi. Tutti parlano parlano, ma restano irrisolti e di poco spessore.
un bel libro, senz'altro da leggere. i personaggi sono ben caratterizzati e i rapporti ottimamente inquadrati.
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