La donna del mare

Lirico, immaginoso e poetico, è una delle opere teatrali più affascinanti di Ibsen. Ellida, tormentata protagonista, ha amato un uomo misterioso a cui, tempo addietro, ha giurato eterna fede di fronte a un testimone silente e grandioso: il mare. Ma l'uomo è scomparso e lei, dimentica del giuramento, diviene la seconda moglie del dottor Wangel, uomo onesto e affezionato al quale ella vuol bene sinceramente, ma di cui non è innamorata. E tuttavia un giorno lo straniero inaspettatamente ritorna e vuole a tutti i costi riprendersela: Ellida non sa se scegliere un'esistenza incerta da vivere però con una passione che non è mai venuta meno, o continuare la sua vita tranquilla, sicura e benestante, ma forse un po' scialba. Il marito, con superiore e generoso affetto, è disposto anche ad essere abbandonato purché lei sia felice. A quel punto la donna, commossa da un amore così tenero e così pieno di abnegazione, decide di rimanere. Dramma che il grande scrittore norvegese concepì in Germania negli anni della maturità (1888), rappresenta con smagliante inventiva il contrasto stridente fra l'ideale e il reale, tra il sogno fantastico e la concretezza del quotidiano, dove quest'ultima, tuttavia, risulta infine più forte e più grande, non essendo in questo caso - come si potrebbe pensare - un mero opportunismo, ma una necessità dettata proprio da un nobile sentimento e dal rispetto di valori radicati e imprescindibili.