Storia di Irene

Testo tanto breve quanto denso, Storia di Irene sta sospesa fra la realtà e il mito anzi, il pregio maggiore dell'opera è proprio quello di intrecciare le due dimensioni, rendendo permeabili i confini fra storia e invenzione poetica. La vicenda è di per sé piuttosto scarna: una bambina chiamata Irene, muta e analfabeta, approdata naufraga su un'isola greca viene presa in casa come domestica dal pope. Successivamente, quando Irene è ormai quattordicenne, viene allontanata dalla casa e si trova a vivere per strada, passando tutte le notti a nuotare insieme ad un gruppo di delfini. Sull'isola Irene diventa presto una reietta, quando inizia ad essere chiaro che aspetta un figlio, ma lei continua a passare le sue notti fra le onde; finché giunge sull'isola un anziano scrittore italiano che riesce ad intuire la sua storia e a darle la giusta dignità. Irene è selvatica e sapiente, possiede la conoscenza che le deriva dall'essere un tutt'uno con la natura e che viene amplificata dall'essere in attesa di un figlio. Questa ragazza, vittima di una condanna senza appello da parte della società chiusa in cui si trova a vivere, possiede in realtà un'aura di sacralità come se fosse un'antica dea primordiale. Soltanto il vecchio scrittore riesce a cogliere il mistero che Irene porta con sé, dopo averne lentamente conquistato la fiducia.

Irene che vive con i delfini, orfana e in dolce attesa all'età di 14 anni. Ma dunque, ho fatto fatica a leggerlo, diciamo che le storie così, un po' campate in aria, sono quelle che tendo a dimenticare in fretta, quindi non mi entrano sotto pelle. Irene vive di giorno su un'isola e la notte nuota con i delfini in mare, una bambina-anfibia. Un signore decide un giorno di fermarsi e ascoltare la sua storia. Seppur sordomuta, lei parla attraverso il mare, attraverso le onde e quei suoni che solo i delfini riescono a creare. È un viaggio questo racconto, di certo qualche citazione mi rimarrà indelebile, De Luca ha uno stile nella scrittura che spazia da metafore a realtà senza confini precisi, ci si perde ecco. Il racconto che segue quello di Irene riprende poi la vita del padre dell'autore a Napoli, durante la seconda guerra mondiale, interessante, un po' scollegato ma sicuramente più memorabile, così come l'ultimo, riguardante un vecchietto che cerca il tepore del sole per morire felice. Insomma, rimango certamente un po' confusa, un po' come quando, su una nave (restando in tema), si viene sballottati qui e là da un mare in tempesta. "Con le ultime piogge d'inverno sul mio campo in Italia spuntano a tappeto le margherite piccole. Cammino e per forza le calpesto. Non restano schiacciate, si ritirano su, spinte da una forza che le vuole diritte. Forte come un fiore di campo: piegato da un peso mille volte superiore, rialza la corolla. É la sua natura di starsene impettito fino all'ora di sfiorire. Dentro Irene c'è la spinta di quelle margherite."

Ho letto quasi tutti i libri di Erri De Luca, devo dire che "la vita di Irene" mi ha deluso. Credo che volesse, nel primo racconto, fare una storia in stile Collodi, una specie di favola. Alla fine ne è uscito un minestrone senza sapore, tanta voglia di mostrare il suo grande stile narrativo senza dare una vera impronta a ciò che scrive.