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Mi sa che fuori è primavera
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Mi sa che fuori è primavera - Concita De Gregorio - copertina
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Mi sa che fuori è primavera

Descrizione


Ferite d'oro. Quando un oggetto di valore si rompe, in Giappone, lo si ripara con oro liquido. È un'antica tecnica che mostra e non nasconde le fratture. Le esibisce come un pregio: cicatrici dorate, segno orgoglioso di rinascita. Anche per le persone è così. Chi ha sofferto è prezioso, la fragilità può trasformarsi in forza. La tecnica che salda i pezzi, negli esseri umani, si chiama amore. Questa è la storia di Irina, che ha combattuto una battaglia e l'ha vinta. Una donna che non dimentica il passato, al contrario: lo ricorda, lo porta al petto come un fiore. Irina ha una vita serena, ordinata. Un marito, due figlie gemelle. È italiana, vive in Svizzera, lavora come avvocato. Un giorno qualcosa si incrina. Il matrimonio finisce, senza traumi apparenti. In un fine settimana qualsiasi Mathias, il padre delle bambine, porta via Alessia e Livia. Spariscono. Qualche giorno dopo l'uomo si uccide. Delle bambine non c'è più nessuna traccia. Pagina dopo pagina, rivelazione dopo rivelazione, a un ritmo che fa di questo libro un autentico thriller psicologico e insieme un superbo ritratto di donna, coraggiosa e fragile, Irina conquista brandelli sempre più luminosi di verità e ricuce la sua vita. Da quel fondo oscuro, doloroso, arriva una luce nuova. La possibilità di amare ancora, l'amore che salda e che resta.
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Dettagli

2015
3 giugno 2015
122 p., Brossura
9788807031588

Valutazioni e recensioni

4,16/5
Recensioni: 4/5
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Mina
Recensioni: 5/5
Bello

Mi è piaciuto molto sia nell'intensita' del racconto, sia nel canovaccio organizzativo dell'autrice. Una donna che prova a rinascere dopo l immenso dolore che la ha colpita. Consiglio

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Ugo
Recensioni: 1/5

Un libro scombinato e scritto molto male. L'autrice dimentica che non basta scegliere un contenuto importante per sfornare qualcosa di valido, la forma spesso vanifica il contenuto: è quanto succede qui...

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Nadia
Recensioni: 2/5

Sinceramente conoscevo la storia e mi aspettavo qualcosa di meglio, qualcosa che aiutasse tutti a capire come ci si sente in queste situazioni e che come si possa riuscire a comprendere che sta per succedere qualcosa di grave come pure il non perdere la speranza di fronte a certe tragedie. Forse non mi è piaciuto perchè non era ciò che mi aspettavo....Riguardo alla stesura del libro mi è sembrata saltellante e poco fluida.

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Recensioni

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La recensione di IBS

Cosa sei venuta a dirmi, Irina? Perché hai bussato qui?
«Vorrei che mi aiutassi, se puoi, a prendere le parole metterle in fila ricomporre tutti i pezzi che sento frantumati e dispersi in ogni angolo del corpo. Vorrei ricostruire i frammenti come si ripara un oggetto rotto, prenderlo in mano e portarlo fuori da me»


È possibile trovare parole adatte a raccontare il dolore infinito e straziante di una madre? Concita De Gregorio ci prova, e secondo noi, ci riesce. La nota scrittrice e giornalista prende per mano un fatto di cronaca ed entra nella voce della protagonista, ricostruendo le fila di una storia drammatica.
È il gennaio del 2011 quando la vita di Irina, la donna di questa storia, cambia per sempre. Suo marito Mathias è andato a prendere le loro bambine, due gemelle di appena sei anni. Da quel momento non si avranno più notizie delle piccole, sono morte? Sono state vendute? Da quattro anni la loro madre vive in questa angoscia.
Lui invece è partito in auto e ha fatto un lungo viaggio, da Losanna è arrivato a Cerignola, in Puglia. È andato in stazione, si è messo sui binari e ha aspettato il treno uccidendosi così. Prima però le ha lasciato un biglietto: «Le bambine non hanno sofferto, non le vedrai mai più». E da quel giorno, Irina davvero non le ha più riviste.
A questo punto la richiesta d’aiuto di una madre distrutta all’autrice: il bisogno di raccontare tutto ciò. Insieme intrecciano un dialogo intenso mostrando, oltre al dolore, il ritorno alla vita. Concita De Gregorio indaga a fondo una storia vera mettendo in piedi un flusso narrativo sostenuto e incalzante.
Riportando alla luce giorni tristi e dolorosi, le due donne ricostruiscono i frammenti di una storia e mettono il punto, perché la narrazione è la sola via per segnare il passaggio dal dolore alla vita. Il bisogno di essere ancora felice, ripetuto a voce alta, una sfida contro le frasi fatte, contro i giudizi e i pregiudizi. Uno di quei libri in cui uomini e donne trovano qualcosa di sé.

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Conosci l'autore

Concita De Gregorio

1963, Pisa

Laureata all'Università di Pisa in Scienze Politiche, ha iniziato la professione nelle radio e tv locali toscane passando poi a «il Tirreno» dove, per otto anni, ha lavorato nelle redazioni di Piombino, Livorno, Lucca e Pistoia. Nel 1990 è passata al quotidiano la Repubblica, dove si è occupata di cronaca e di politica interna. Dal 2008 al 2011 è stata direttore de «l'Unità».Tra le sue pubblicazioni si ricordano Non lavate questo sangue (Laterza, 2001); Una madre lo sa. Tutte le ombre dell'amore perfetto (Mondadori, 2006); Malamore. Esercizi di resistenza al dolore (Mondadori, 2008); Così è la vita (Einaudi, 2011); Un giorno sull'isola (Einaudi, 2014); Mi sa che fuori è primavera (Feltrinelli,...

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