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Dolore - Zeruya Shalev - copertina
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Dolore

Descrizione



La storia di Iris. Il suo matrimonio è in stallo, a distanza di vent'anni dall'attacco terroristico di cui è stata vittima, sente riaffiorare il dolore delle vecchie ferite e contemporaneamente si rifà vivo un vecchio amore che tanto l'aveva fatta soffrire. Ma è possibile riprendere una storia finita da tanti anni? E soprattutto curerà il suo dolore?

«Un grande libro.» - Amos Oz

"Il passato fonda il futuro? Il passato sbriciola il futuro, il passato polverizza il futuro."

Dieci anni dopo essere stata seriamente ferita in un attentato, il dolore torna a tormentare Iris. Per di più, si rifà vivo Eitan, il suo amore di gioventù. E anche se la loro relazione è finita da molti anni, il suo abbandono brucia ancora, più delle ferite provocate dal terrorista che si era fatto esplodere accanto a lei. Il suo matrimonio è in stallo. I due figli sono cresciuti e sono ormai quasi indipendenti; lei stessa è diventata una preside di successo. Ora, però, Eitan riporta nella sua vita la passione e la gioia che sembravano scomparse. Purtroppo Iris deve escogitare ogni sorta di menzogna per nascondere il suo amore alla famiglia, e le menzogne diventano sempre più complicate da sostenere.
Ma è possibile davvero ridare vita a un amore di gioventù?
Iris si ritrova in una situazione impossibile e, per decidere, cerca di immaginare se l'amore con Eitan può curare tutto il suo dolore, e ancor di più, se per curarlo lei è costretta a fare del male alle persone che le sono più vicine.
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Dettagli

2016
9 giugno 2016
286 p., Brossura
9788807031939

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 3/5
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Guido
Recensioni: 3/5

Una storia emozionante, di un intenso primo grande amore. La Shalev sa farci empatizzare con i protagosti e a tratti commuoverci. Lettura consigliata

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mara regonaschi
Recensioni: 2/5

I temi trattati e i presupposti del romanzo sarebbero stati anche interessanti, essenziali, ma la lentezza del suo ritmo e la continua reiterazione dei concetti e degli stati d'animo dei (pochi) protagonisti rendono il tutto noioso, quasi banale, a tratti assurdo. Vi è incertezza i qualsiasi situazione debba essere affrontata da vari personaggi, che scandagliano tutte le possibili cause e conseguenze che potrebbero derivare da ogni loro decisione, così che .... non succede mai nulla. Persino la descrizione dell'atto di vomitare da parte dei genitori (colti da malessere dopo aver appreso che la figlia è soggiogata da un uomo senza scrupoli) richiede un'intera sgradevole pagina. Da evitare.

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Tinama
Recensioni: 3/5

Piacevolmente interessante. L'autrice rimane a tratti un po' ostica. Non sempre o non subito si afferrano alcuni pensieri. Colpa della traduzione, della struttura sintattica, dello stile della scrittrice o della sua modalità di pensiero?

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Voce della critica

Dolore è un romanzo potente, semplice e indispensabile come un fenomeno naturale. Ed è pure un’esperienza di grande intimità con Iris, la protagonista, perché la voce del narratore esterno fin dalle prime righe è pregna del punto di vista, dei pensieri, dell’anima della protagonista. Iris è direttrice di una scuola a Gerusalemme, dove vive insieme al marito e a due figli. Una mattina viene svegliata da un dolore straziante, che la riporta dritta al giorno in cui, dieci anni prima, mentre andava al lavoro in auto, un autobus è esploso accanto a lei. Insieme al dolore fisico torna anche il ricordo di Eitan, il primo amore di Iris, forse anche l’ultimo, visto che dopo di lui non era più riuscita a provare un sentimento così totalizzante. Il bello è che non fa in tempo a tornarle in mente Eitan, che ecco che lo incontra per caso, dopo trent’anni. E in un concatenarsi di piccoli eventi, di per sé del tutto verosimili ma circonfusi di un’atmosfera magica, sacra quasi, i due tornano ad amarsi, con la stessa intensità, la stessa perfetta intesa di quando erano ragazzi. Il dolore che si è risvegliato in lei è una sorta di segnale fisico del sovrannaturale che sta per manifestarsi, come quando nei poemi omerici le perturbazioni atmosferiche annunciano l’arrivo della Divinità. E la Divinità qui è l’amore simbiotico, la fusione di identità, la cancellazione del tempo. Come tutte le Divinità, anche questa è selvaggia e imprevedibile, rischia di distruggere tutto: rispettabilità, famiglia... Ne ha paura Iris quando, sperando in un incontro fortuito, attraversa nottetempo una siepe per entrare nel giardino della casa di Eitan. Come un ladro nella notte, Iris va incontro al suo Giorno del Giudizio, perché in quel giardino troverà Eitan, e con lui la sé stessa di trent’anni prima. E in cambio rischierà di perdere la donna che è stata fino a quel momento. Ma in fin dei conti di cosa è fatta la nostra identità: apparteniamo più alla famiglia che abbiamo costruito, con tutte le approssimazioni ai desideri, le frustrazioni, oppure al nostro Assoluto, all’Assoluto come l’abbiamo conosciuto nella nostra vita, ai momenti di miracolosa coincidenza con noi stessi? E poi qualcosa accade: un altro Dolore chiama, un’altra Appartenenza, un altro Assoluto. La figlia è in pericolo, e nel cercare di salvarla Iris si ritroverà alle prese con due ragazze: la ragazza che lei è stata è la ragazza che sua figlia è, finché “insieme e ognuna per conto proprio si troveranno a imparare la gloria della realtà”.

Recensione di Marilena Rossi

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Ci sono parole che fanno paura. Parole che sembrano minacce; parole che, pronunciate, aprono abissi. Morte, abbandono, disperazione. Parole che vorremmo tenere lontane, che vorremmo facessero parte di una storia che non è la nostra.

Ce n’è una, terribile, lapidaria, nuda come una verità, che dà il titolo al nuovo romanzo di Zeruya Shalev: Dolore, una parola che, scritta al centro di uno spazio bianco, sembra invece rassicurante, come una pace. L’autrice israeliana torna con una storia che indaga l’animo femminile. La protagonista ha il nome di un fiore, Iris, un fiore a cui sono stati strappati via i petali, ma che resta radicato nella sua terra, resiste, nonostante tutto. Può il dolore essere una cura? Può guarire e riunire ciò che si è spezzato, che sia un legame o un corpo danneggiato?

Sopravvissuta a un attentato che ha interrotto il naturale corso della sua vita, Iris cerca di tornare alla normalità, alla sua famiglia, al lavoro di preside. Ma dopo quell’incidente, deve non solo ricucire le ferite, ma il rapporto con i suoi figli e suo marito, ridurre la distanza che il dolore, quell’ospite invadente, ha creato tra lei e loro. Iris vive quella vita come una condanna, e non riesce a dimenticare. Non dimentica il passato, l’incidente e le strane coincidenze che un giorno, per caso, la riportano dal suo primo amore, Eitan, l’uomo che le aveva procurato una lesione ancor più profonda alla quale nessun intervento chirurgico ha potuto porre rimedio. Ed ecco che il destino offre a Iris una seconda possibilità. Eitan è tornato per lenire il suo dolore, quel dolore che ora lascia il posto a una nuova attesa che sa di speranza. Ma non può concedersi quella felicità ritrovata, dovrà sacrificarla in nome di sua figlia. Teme che sia stata plagiata da un uomo più grande di lei. Sente che la sta perdendo e sa che solo lei potrà salvarla. E potrà farlo scegliendo di voltare le spalle al passato, rinunciando a esso.

“Adesso il presente le dice: non sono l’eco di ricordi passati, non sono il ponte per i progetti futuri, sono tutto quello che hai, la sostanza della tua esistenza, dammi fiducia perché non hai altra scelta”.

Salvando sua figlia, Iris salverà se stessa: “insieme e ognuna per conto proprio dovranno imparare la gloria della realtà”. La sua vera occasione di rinascita non sarà quella di amare di nuovo l’uomo che credeva di aver perduto, ma “quella di amare la propria vita per quello che ha e non per quello che non ha”. Il dolore che un tempo aveva diviso la sua famiglia torna per riportarla all’unica vita che la attende. Comprende che ciò che conta è il presente, ciò che è reale, e scappare da esso non rende più felici, e nemmeno più liberi.

Recensione di Franca Cribari

 

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Conosci l'autore

Zeruya Shalev

1959, Kvutzat Kinneret

Zeruya Shalev, israeliana, è nata in un kibbutz nel 1959. Ha svolto studi sulla Bibbia e sulla Sacra Scrittura. Vive a Gerusalemme, dove lavora come scrittrice e come editrice. Ha pubblicato una raccolta di poesie e romanzi. Per Una relazione intima (Frassinelli 2000), ai vertici delle classifiche in Israele, è stata insignita del Golden Book Prize dall'Unione degli Editori Israeliani, e dell’Ashman Prize.Tra gli altri titoli pubblicati in Italia: Una storia coniugale (Frassinelli 2001), Dopo l'abbandono (Frassinelli 2007), Quel che resta della vita (Feltrinelli 2013), Dolore (Feltrinelli, 2016).

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