Bere vino puro. Immagini del simposio

Se si legge solo il primo capitolo, si guardano poi le moltissime illustrazioni (anche se a queste non è resa giustizia dalla veste tipografica di non grande qualità) e poi si passa all’ultimo capitolo (la Coda) è un libro che soddisfa adeguatamente le promesse, di racconto dei simposi degli antichi greci e delle variazioni nelle versioni dei romani. Leggerlo tutto è però un’impresa (a meno che non lo si debba leggere per motivi di studio o per preparare un esame). Io per leggerlo tutto ho dovuto intervallare la sua lettura con quella di due libri “leggeri”. E sono riuscito a farlo rinunciando quasi sempre a leggere le note a fine testo, che non sono solo note bibliografiche, ma che spesso sono chiarimenti delle spiegazioni del testo: il testo è di 367 pagine e le note, in caratteri decisamente più piccoli, ne occupano 55! Prolisso e ripetitivo, si perde in divagazioni ed elucubrazioni di vario genere, come le pagine e pagine sulle presunte identità, rivalità e ambizioni dei vasai. I medesimi argomenti e le descrizioni e valutazioni dei medesimi vasi sono ripresi in diversi capitolo successivi. Probabilmente non meriterebbe più di una stella, ma ne ho date due tenendo sostanzialmente conto di quanto ho detto nella prima frase.

l'autrice affronta il simposio nella grecia classica. in realtà dal simposio l'analisi si espande a tutta la cultura greca soprattutto all'arte vasaria, all'amicizia, alla pederastia. l'analisi linguistica è attenta e ben gestita. un testo fondamentale per la comprensione della cultura greca oltre la visione storica più tradizionale