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I miti del nostro tempo - Umberto Galimberti - copertina
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miti del nostro tempo

Descrizione


Culto della giovinezza, idolatria dell'intelligenza, ossessione della crescita economica, tirannia della moda: sono alcuni dei miti di oggi che Umberto Galimberti passa in rassegna per smontarli e denunciarne la natura ingannevole, mostrando come i falsi miti siano in realtà "idee malate", non avvertite come tali, e quindi tanto più capaci di diffondere i loro effetti nefasti senza trovare la minima resistenza. Sono i miti del nostro tempo, le idee che più di altre ci pervadono e ci plasmano come individui e come società. Quelle che la pubblicità e i mezzi di comunicazione di massa propongono come valori e impongono come pratiche sociali, fornendo loro un linguaggio che le rende appetibili e desiderabili. I miti sono idee che ci possiedono e ci governano con mezzi non logici, ma psicologici, e quindi radicati nel profondo della nostra anima. Sono idee che abbiamo mitizzato perché non danno problemi, facilitano il giudizio, in una parola rassicurano. Eppure molte sofferenze, molti disturbi, molti malesseri nascono proprio dalle idee che, comodamente accovacciate nella pigrizia del nostro pensiero, non ci consentono più di comprendere il mondo in cui viviamo. Per recuperare la nostra presenza al mondo dobbiamo allora rivisitare i nostri miti, sia quelli individuali sia quelli collettivi, dobbiamo sottoporli al vaglio della critica perché i nostri problemi sono dentro la nostra vita, e la nostra vita vuole che si curino le idee con cui la interpretiamo.
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Dettagli

2009
416 p., Brossura
9788807171628

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Eva Bortolami
Recensioni: 2/5

La domanda mi nasce spontanea: ma quanto ci si complica la vita? Argomenti interessanti esposti in modo lungo e articolato. Parole, parole, parole infinite....troppe parole per dire cose molto spesso ovvie, semplici e scontate. Mi dispiace criticare e dare poche stelle. Il giudizio è soggettivo pertanto prendetelo come tale.

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grant
Recensioni: 5/5

Questo saggio del filosofo e psicoanalista junghiano,Umberto Galimberti è una miniera d'oro di riferimenti bibliografici. Il saggio è diviso in due gruppi Miti individuali e Miti collettivi. I miti individuali che ho preferito sono quello della psicoterapia in special modo il paragrafo relativo alla pratica filosofica e il mito della follia mentre dei miti collettivi, il mio preferito è quello relativo al mondo della tecnica.

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ric
Recensioni: 3/5

Cita troppo, secondo me per farcire...sarà colpa dell'editore, non dico di no, ma l'esimio di soldi ne ha, per cui potrebbe citare meno. Di acqua ne porta parecchia al mulino della conoscenza critica dei nostri tempi, ma di acqua nuova no. Le cose le dice bene ed è quello il segreto del suo successo, ma dovrebbe sforzarsi di fare più il filosofo che è in fondo il suo lavoro, e cioè aprire a possibili scenari futuri che non siano retorica e basta. Un discreto saggio...da leggere per carità, ma nient'altro.

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La recensione di IBS

Giovinezza e intelligenza, felicità e amore materno. Ma anche moda, tecnica, globalizzazione, sicurezza, terrorismo, mercato. Sono i miti del nostro tempo, analizzati da Umberto Galimberti in questo nuovo saggio, le idee dominanti nella nostra società, rassicuranti e continuamente riproposte dai media e dalla pubblicità.
Galimberti suddivide le idee mitizzate al giorno d'oggi nelle due categorie dei miti individuali e di quelli collettivi. Il suo scopo è mostrarne la crisi e favorire nei lettori il coraggio di aprirsi al cambiamento delle proprie certezze, rinunciando alle idee-mito che finora hanno diretto la loro vita. Se non si segue questa indicazione di ricerca e di adattamento ai tempi che sono mutati, secondo l'autore, ci si espone a quella inquietudine propria di chi più non capisce, e più non si orienta.Il filosofo e psicologo entra nel vivo di queste idee mitizzate con il tema dell'amore materno per i figli, da tutti dato per scontato, se non poi rimesso in discussione quando la ricorrenza dei casi di infanticidio porta a rifletterci. La verità è che «l'amore materno non è mai solo amore. Ogni madre è attraversata anche dal rifiuto del figlio». L'io materno ama e odia la propria creatura perché quella si nutre del sacrificio della madre: del suo tempo, corpo, spazio, sonno, delle sue relazioni, lavoro, carriera, dei suoi affetti e amori altri dall'amore per il figlio. «Da Medea, – scrive Galimberti – alle madri di oggi, nulla è cambiato». Questa ambivalenza del sentimento materno, generato dalla doppia soggettività che è in ciascuno di noi, va riconosciuta e accettata come cosa naturale e non con il senso di colpa che può nascere dall'interpretarla come incompiutezza o inautenticità del sentimento.
Per quanto riguarda i miti collettivi del nostro tempo, fondamentali sono le riflessioni sul dominio della tecnica e delle nuove tecnologie. Da semplice mezzo della ricerca scientifica, oggi la tecnica è diventata la condizione universale per realizzare qualsiasi scopo e il primo fine da raggiungere. Tutto ciò ha delle conseguenze enormi sul piano antropologico. In primis, la tecnica ha sovvertito la struttura del potere, perché la politica di fronte a essa è tramontata, divenendo luogo di mediazione e non più di decisione, ancella dell'economia e a sua volta delle risorse tecnologiche. Oggi, scrive Galimberi, i dibattiti pubblici su fecondazione assisitita, sul nucleare, sugli organismi geneticamente modificati, richiedono una competenza maggiore di quella di cui disponiamo. E la politica, come la retorica dei sofisti di un tempo, sa offrire solo vecchie ideologie, ricette televisive buone solo a persuadere irrazionalmente i telespettatori e a fornire appartenenza. L'età della tecnica rende impotente anche l'etica. La tecno-scienza, infatti, non ha altro scopo che non sia il suo massimo auto-potenziamento. Ne è una prova il fatto che oggi le potenze nucleari potrebbero distruggere la terra diecimila volte, ma questo fatto non determina l'interruzione della ricerca sul perfezionamento della bomba atomica. Che cosa inquieta Galimberti di questo modo di essere? La mutazione antropologica in atto, perché le macchine, anche se ideate dagli uomini, ormai superano la competenza dei singoli individui. Parlare in chat è diverso che incontrarsi vis-à-vis. Tre ore di televisione al giorno trasformano i nostri bambini. Sapere che ogni otto secondi muore di fame un bambino nel mondo ci lascia incapaci di reagire, perché «il troppo grande ci lascia indifferenti».
Su tutti questi falsi miti del nostro tempo si posa lo sguardo di Galimberti e, dalla lettura di queste pagine intense e profonde, usciamo con una consapevolezza maggiore di che cosa stia accadendo intorno a noi.

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Conosci l'autore

Umberto Galimberti

1942, Monza

Filosofo, psicoanalista e docente universitario italiano. Compiuti gli studi di filosofia e psicologia, è attualmente professore ordinario di filosofia della storia presso l’Università di Venezia. Professore associato fino al 1999, precedentemente (dal 1976 al 1983) è stato professore incaricato di antropologia culturale. Dal 1985 è membro ordinario dell'International Association of Analytical Psychology.Allievo di Karl Jaspers durante alcuni soggiorni in Germania, ne ha tradotto in italiano le opere. Ha dedicato anche alcuni studi a Edmund Husserl e a Martin Heidegger. Dal 1995 collabora con il quotidiano «la Repubblica». Tra le sue opere si ricordano: Heidegger, Jaspers e il tramonto dell’Occidente (1975), Psichiatria e fenomenologia (1977),...

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