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Il merito principale di questo libro è la semplicità con cui viene trattato un argomento complesso come quello della spesa pubblica italiana. Il libro infatti è accessibile a tutti, anche ai non addetti ai lavori. L'autore spiega le diverse voci di cui si compone l'immensa spesa pubblica dell'Italia, sfatando anche alcuni luoghi comuni. Unico neo la scelta di non usare grafici e tabelle: forse alcune sarebbero state utili per illustrare i dati con maggiore immadiatezza.
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Una vera e propria immersione nei meandri dei conti pubblici italiani, attraverso uno sguardo esterno alle “beghe di palazzo”, capace quindi di sfatare molti miti e abbattere qualche tabù.
Molti italiani negli ultimi mesi si saranno domandati che fine abbia fatto Carlo Cottarelli, l’esperto di finanza internazionale, direttore del dipartimento di Finanza pubblica del Fondo monetario internazionale di stanza a Washington, che il Governo italiano aveva reclutato per risolvere i problemi finanziari del nostro Paese.
Ebbene, dopo un anno di intenso lavoro, da ottobre 2013 a ottobre 2014, e dopo aver consegnato al nuovo Governo Renzi il documento di “Revisione della spesa”, Cottarelli ha lasciato l’incarico ed è rientrato negli Stati Uniti, dando alle stampe uno dei saggi più attesi e pregnanti nell’ambito dell’analisi economica.
Il saggio analizza e descrive la spesa italiana attraverso molti indicatori. “Chi spende, quanto spende e per cosa spende”, sono queste le tre domande di partenza dell’economista, che scende poi nel dettaglio spiegando voce per voce quali siano i centri di spesa, i costi e soprattutto le inefficienze del nostro Paese, sia a livello di amministrazione centrale che periferica, sia con riferimento alle spese dirette dello Stato che con riferimento ai trasferimenti agli Enti locali, senza tralasciare naturalmente i costi del welfare e per il personale.
“Spending Review” ed “efficientare” sono le due keywords del discorso di Carlo Cottarelli, un’analisi molto tecnica - sebbene scritta in maniera divulgativa - che si basa sulla comparazione dei dati di spesa degli altri Paesi europei e che non si ferma di fronte alle solite questioni di opportunità politica che fino ad oggi hanno fatto da zavorra ad una vera e propria ricognizione della qualità della spesa pubblica italiana.
Un progetto davvero ambizioso, realizzato in parte dal Governo, che ha tenuto poco conto delle indicazioni del consulente. Le ragioni di tali resistenze sono ben espresse all’interno del libro e in molti passaggi l’economista non esita a togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Ridurre la spesa si può, spiega Cottarelli, anche senza subire le conseguenze dell’austerity e senza il pericolo della recessione. Come si possa ottenere questo risultato… be’ questo non dipende dai tecnici. Non ancora, almeno.
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