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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2008
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Un romanzo che è davvero un atto di resistenza civile fatto attraverso il circo e la giocoleria.E' un romanzo di intercultura e di ricerca di ciò che unisce le diverse identità di una società multietnica proprio attraverso il ricorso al linguaggio dei nomadi e della loro storia. Io lo vedo come come una risposta importante da dare oggi a questo clima di intolleranza e di ferocia.
M. Magnani, Il circo capovolto, ed.Feltrinelli “Il Circo capovolto” può sembrare, a prima vista, il racconto di una cronaca di ordinaria delinquenza ai margini delle periferie delle grandi città: un regolamento di conti tra bande di nomadi sullo sfondo di squallidi interessi legati allo spaccio di droga. La scena è quella facilmente immaginabile di un campo-nomadi, con il suo triste contorno di sporcizia, disordine materiale e morale. Ma il racconto, fin dalle prime righe, insegue altre piste, attento ad ascoltare gli echi profondi di storie e luoghi lontani, di sentimenti ed emozioni epifanici. Così si scopre un’ampia varietà di temi che si intersecano nella trama narrativa. Tra essi spicca l’asse portante della memoria, intesa in un’accezione familiare/tribale. E’ quella memoria che va preservata soprattutto in contesti storici di straordinaria drammaticità (è il caso della indimenticabile esperienza della persecuzione nazista delle etnie nomadi nel campo di Birkenau). Proprio in quel disegno abominevole e, allo stesso tempo, ingenuo di poter cancellare la memoria di un intero popolo eliminandolo geneticamente, ha valore la solenne consegna alla sopravvivenza fatta dal nonno al padre, dal padre al figlio. E il potere della memoria è quello che suscita o resuscita la storia e la fantasia degli uomini, la creatività di un popolo. E la poesia, sublime espressione di questa creatività, è quella che si sprigiona magicamente dal circo, uno spettacolo che non è solo slancio di corpi allenati, ma espressione di istinti gioiosi e vitali, profondo anelito alla libertà: un inno alla vita che si identifica con l’archetipo della cultura nomade. Ma la trasmissione memoriale richiede obbedienza a regole ancestrali, quindi inflessibili: il gravame dei torti subiti dai padri ricade sulla vigorosa esuberanza dei figli, destinati a ricomporre equilibri violati. E’ la legge del sangue e della vendetta personale, tremenda ed accecante, che non ascolta le ragioni e le regole dei codic
l'idea narrativa è molto interessante. Il libro è molto particolare e lo consiglio.
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