Superclan. Chi comanda l'economia mondiale?

E' un libro datato, ma ricco di dati e riferimenti bibliografici, molto spesso profetico. Chiesa è uomo di formazione marxista e questo lo rivela nel libro, intriso di quella ideologia che sarebbe dovuta essere la salvezza per il genere umano. Sappiamo come è andata a finire. C'è una violenta impostazione antioccidentale, come se dovessimo tutti noi vergognarci del nostro modo di vivere. Dopo Yalta il mondo è stato diviso in zone di influenza: avremmo dovuto preferire di stare con Mosca? Sottolinea l'eccessivo peso della finanza mondiale nel decidere le sorti delle nazioni. Cita un'età dell'oro in cui lo Stato aveva la capacità di creare occupazione e di far sentire tutti un po' più sicuri al cospetto dell'incertezza del Mercato. Ma quale è stato il costo delle politiche keynesiane? L'esplosione del debito pubblico che sarà pagato dalle generazioni attuali e future in termini di minor occupazione e maggiori tasse. E' evidente che le politiche neoliberiste abbiano poi distrutto non soltanto la sicurezza sociale ma soprattutto il suo non più sostenibile costo. Chiesa se la prende con la classe dei manager e dei criteri con i quali sono stati remunerati, alimentando il divario nelle retribuzioni con i lavoratori. Ma spesso i CEO sono ricchi di prima generazione: basta leggere la classifica degli uomini più ricchi della terra. Si critica tanto il capitalismo per le sue ingiustizie: eppure i fatti dimostrano che è stato l'unico sistema capace di garantire l'emancipazione economica per un certo numero di persone, anche se non elevato. Questo dimostra la bontà di una frase di Schumpeter: "La classe dei ricchi assomiglia ad un albergo di lusso: sempre pieno, ma sempre di gente diversa!". Nell'analisi di Chiesa non ho visto una proposta concreta per governare i processi sociali ed economici. Si perpetua la scorretta impostazione metodologica marxiana: analisi storiche accurate e capacità di proposta nulla. Poi uno si chiede perché la sinistra non è capace di governare.

Questo libro non è bello, ma è grandioso. L'anno di stampa è il 2003, ed anche se incentrato sugli USA risulta ancora attualissimo per ciò che riguarda l'italia (paese vecchio ed in piena regressione culturale), dal controllo dei media per l'esecizio del potere politico, al modello di "Democrazia all'Americana" che sul libro viene chiamato Plutocrazia (una forma di governo nato dalla degenerazone della democrazia, fatto ad uso e consumo di ricchi e potenti). L'italia è ancora uno stato Plutocratico, mentre per gli USA spiega la grande accoglienza rivolta ad Obama vincitore delle elezioni grazie ad Internet, per la svolta che rappresenta, una persona non ricca che arriva al governo senza le multinazionali. L'unico grande difetto di questo libro non è nel contenuto ma nell'assenza di una bibliografia, i libri di riferimento per approfondire gli argomenti devono essere presi dalle note a fondo pagina. Il libro è sostanzialmente ben scritto, ad esclusione delle prime pagine.

Molto molto istruttivo. Purtroppo ciò che accade nelle nostre aziende viene spiegato in modo tragicamente semplice e intuitivo. Pochi si arricchiscono, molti pagano! Assolutamente da leggere per capire da che parte gira il mondo...purtroppo!