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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2009
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Primo libro che leggo di Gunter Grass. Si fa leggere tutto d'un fiato, questo è vero. Anche il messaggio c'è, senz'altro, ed è sempre sotto il pelo dell' acqua (e chi ha letto il libro capisce...), e fa riflettere sull' animo dell' uomo e sulla storia di una certa Europa, di un certo periodo storico. Libro amaro seppur alleggerito dalla metafora e dall'uso del paradosso, e poi l'incoscienza dei giovani protagonisti fa apparire tutto piu' leggero; ma lo stile di scrittura, così scarna, così trita, senza fronzoli, dal ritmo sincopato, mi ha lasciato un po' perplesso... non mi ha convinto appieno. Lo ammetto, devo rifletterci un po' su e metabolizzare.
Il libro racconta la storia di Joachim Mahlke, un liceale che viene arruolato ai tempi della seconda guerra mondiale e sul fronte si distingue per alcune azioni. La narrazione è affidata ad un compagno di scuola di Joachim, forse, come si definisce lui, l'unico amico di Joachim, Pilenz. Il personaggio principale non presenta caratteristiche caratteriali o fisiche particolari, se non un pomo da d'adamo eccessivamente sviluppato, che sembra un topo. Questa cosa attira inevitabilmente gli sguardi degli altri ragazzi e delle altre persone in genere. Il libro inizia con i ragazzi sdraiati in un prato e con Pilenz che prende un gatto e fisicamente lo lancia contro il pomo d'adamo di Joachim. Da qui il titolo gatto e topo, che poi naturalmente è una metafora della società moderna. Onestamente dopo aver letto "Il Tamburo di Latta" ho trovato questo romanzo un po' leggero e senza un particolare significato. Scritto bene senza dubbio, con lo stile di Grass, scorrevole ed ironico, con il personaggio di Joachim che racchiude in sè una passione per la Vergine Maria ed un'altra per le immersioni in un relitto poco lontano dalla spiaggia dove i ragazzi sono soliti andare a nuotare, non sarà di certo uno dei libri che rimarranno impressi nella mia memoria.
Per merito di una cara, carissima persona (chissà mai se si volesse accorgere che sto parlando di lei, anzi di "lui"...), per "empatia" sono approdata a questo testo...così come ad altri lavori del Nobel Grass, come "Mein Jahrhundert" ad esempio. "Gatto e topo" è un racconto che si legge davvero tutto d'un fiato; in esso la Storia e la storia si fondono e si confondono in modo assolutamente complementare l'una nell'altra... I bagliori bellici (che spesso per la verità fanno da background alle avventure delle anime...) si alternano agli umori psicologici e fisiologici ad un tempo dei giovani antieroi di turno. Come molti testi moderni o, per meglio dire, postmoderni, anche in questo caso si dovrebbe usare la bella definizione di "(breve) romanzo di antiformazione" a finale senza dubbio "aperto". Fondamentale per fruire al meglio questa piccola, grande storia o anti-favola di Grass è la consapevolezza del riuso e della ripoetizzazione inattesi e proprio per questo particolarmente ricchi di fascino dei modelli narrativi tipici della letteratura picaresca, nonoché di numerose forme dell'emblematica di stampo barocco. Per mezzo di un linguaggio come sempre in Grass essenziale ed asciutto, ma non per questo meno icastico ed incisivo, immagini quotidiane e del tutto prosaiche si alternano sapientemente ad elevazioni mistiche o misticheggianti sul culto mariano, elevazioni a tratti serie, a tratti di dubbia fede, non prive di talune coloriture ironiche e divertite del narratore Pilenz. Le discese del protagonista Mahlke nel fondo marino per indagare e "depredare" relitti bellici non è da intendersi come un semplice viaggio alla ricerca di tesori perduti...è piuttosto una sorta di discesa nel "porto sepolto" della coscienza,una tappa necessaria all'esperimento iniziatico di sé stessi, in cui l'io si cala dentro di sé nel tentativo di ri-trovarsi e di comprendersi...
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