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“Sono nato a Modena il 14 giugno 1940, dopo pochi mesi mi sono trasferito (o meglio mi hanno portato) a Pàvana (Pistoia) nella casa dei nonni paterni dove ho trascorso i primi anni di vita: là si svolgono le Cròniche. Ho fatto diverse cose, tra queste ho scritto e cantato delle canzoni.” (Francesco Guccini)
“La ballata più lunga e appassionata di Francesco Guccini. Guccini lascia la chitarra e si fa accompagnare da un fiume. Per attraversare lingue musicali e misteriose, un popolo allegro e ribelle, un'isola favolosa in pochi metri d'acqua, che forse esistono ancora appena fuori delle nostre città.” (Stefano Benni)
“ .. . un poema narrativo, una saga familiare. Con rigore, pazienza sorridente, un ' abile fantasia dentro a una verità di atti e fatti accaduti, la ricerca di una poesia controllata e momenti di bel divertimento. E poi... con un linguaggio che sorprende; in queste pagine da leggere, da vedere, da immaginare.” (Roberto Roversi )
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Linguaggio originalissimo. Ci si lascia volentieri trasportare dalla storia senza troppi sentimentalismi ed inutili nostalgie. Bravo il Maestrone alla sua opera prima!!!
Il libro più bello in assoluto che abbia mai letto, e di libri ne ho letti veramente tanti. E' un riandare gioioso alla purezza dell'infanzia e ad una epoca d'oro quando si andava con le pezze sul sedere e la ricchezza vera era quella dei valori della famiglia e dell'amicizia. La povertà non era una vergogna ma il trampolino da cui godere di ogni piccola conquista. Se qualcuno ha difficoltà nella comprensione alla prima lettura, dico che è come guidare: basta la pratica poi tutto è chiarissimo. Divertentissimo, nostalgico, a tratti esilarante. Imperdibile.
Impossibile da leggere...riservato a chi abita sopra di Roma...riservato a chi capisce il dialetto bolognese e toscano...non capisco perchè non è stato scritto in lingua italiana come il Dizionario delle cose perdute dello stesso autore. Alla stessa stregua Vacca d'un cane e cittanova blues ...da innervosirsi ...
Recensioni
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L'autore: "Sono storie di Pavana il mio paese, che si dipanano sul filo della memoria. Il racconto parte dalla vecchia casa dove abitavo, un mulino ad acqua. Come genere letterario potrei definirlo un falso minimalismo".
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