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Riconsegnando in biblioteca i libri presi in prestito la scorsa volta, ho fatto un giro tra gli scaffali e mi sono imbattuta in Peppe Lanzetta,i suoi libri erano uno dietro l'altro e così,non avendo mai letto niente dell'autore partenopeo,ho deciso di prenderne uno a caso. Incuriosita dal titolo e dalla colorata copertina,ho scelto"Un Messico napoletano".Un romanzo breve che si legge in un pomeriggio anche perché la lettura è vorticosa,violenta,dal forte impatto.In alcuni passaggi,però,questa lettura così dal forte impatto risulta essere troppo violenta da suscitare ribrezzo e senso di impotenza.La storia di Anna/La Rossa e Marco/eroinomane è una storia verosimile, perfettamente ambientata nel loro quartiere che è quello della periferia Est della città di Napoli. Una realtà degradata,una realtà che cerca di tirare a fine giornata,una realtà che soffre tra donne grasse e madri di tanti figli,tra padri alcolizzati e figli che finiscono in brutti giri.In questi brutti giri c'è finito pure Marco:prima drogato di eroina e poi ucciso.La Rossa viveva per lui,ma Marco avrebbe dovuto scegliere tra lei e la droga.Marco aveva scelto la droga ed La Rossa si è sentita persa senza il suo Amore, la sua Vita.La Rossa cerca di seguire un'altra vita,ma tra incontri sbagliati e violenza fisica e psicologica riuscirà a trovare solo la via della morte.E per lei questa morte è una morte giusta perché la riporterà a Marco.Lei muore per Marco,per vendicare la sua morte.Marco aveva sbagliato nel sottrarre dei soldi alla malavita,ma a La Rossa questo non interessa,anche se Marco ha sbagliato per lei prima di tutto era il suo Amore,la sua Vita.Chi l'ha ucciso deve pagare,deve essere contagiato dal suo essere sieropositiva.E dopo aver messo in atto questa vendetta,può"tranquillamente"essere uccisa il 31dicembre su una barca sotto"Castel dell'Ovo,imponente,con le sue fondamenta nell'acqua di mare, castello salato,ventilato,bagnato,pieno di ricordi,misteri,bugie,vendette,faide e gelosie".
..la difficolta struggente ma al tempo stesso affascinante di vivere a Napoli; il libro presenta non la citta della cartolina..la pizza il vesuvio..ma la crudezza della realta` partenopea.. a cui si affianca la speranza di continuare a credere in questa citta´. Forse il piu`Pasoliniano dei libri su Napoli
vivere e morire in una Napoli disperata ma sempre bellissima senza perdere la consapevolezza, nemmeno quando lo desideri con tutta te stessa...
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