L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 1998
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Con conoscenza ormai approfondita dell’umorismo di Stefano Benni e della sua sconfinata fantasia, ‘bar sport duemila’ risulta un libro di racconti non banale. La raccolta avrebbe potuto deludere, poiché si trascinava la pesante eredità del classico per eccellenza di Benni (‘bar sport’). Invece, frizzanti storie attendono il lettore, che in alcuni punti avrà anche l’occasione per riflettere. Un Benni più consapevole ci regala un libro leggero e piacevole, anche migliore dei due precedenti (‘bar sport’, ‘il bar sotto il mare’).
Devo dire la veritá: a parte un paio di storie (molto divertenti), le altre non sono niente di speciale. Dopo il Bar sotto il mare e bar sport, devo dire che la vena umoristica di Benni si é un po' spenta. Peccato.
Un bel libro! Essendo il primo libro di Benni che leggevo, all'inizio ho avuto qualche difficoltà ad entrare nella sua "dimensione", ma la lettura è risultata piacevole e scorrevole, nonostante la grande comicità e la paradossalità degli eventi, ogni racconto lascia sempre un piccolo insegnamento di vita.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
scheda di Ventura, R., L'Indice 1997, n.11
(scheda pubblicata per l'edizione del 1997)
Stefano Benni ha abituato i lettori all'uscita dei suoi libri a scadenze periodiche, un po' come Woody Allen nel cinema. E come gli spettatori di Allen, i lettori di Benni sono portati a ripercorrere il cammino dell'autore ogni volta che esce una nuova opera, confrontandola con le precedenti. Per quest'ultima raccolta di racconti il confronto è poi obbligato. Il titolo richiama quello di uno fra i suoi libri più riusciti, pubblicato vent'anni fa e già incentrato sulla vita vissuta e raccontata da frequentatori assidui e occasionali di bar. Il carattere degli ambienti è lo stesso, anche se aggiornato all'evoluzione di certi particolari di costume, come il cambio dei banconi, ora "superaccessoriati" e modello "inferno di cristallo", o il tramonto della brioche stile "Luisona", ormai superata dalle pastine mignon. I protagonisti sono quindi rinnovate caricature di stereotipi, dal "neo-tecnico" calcistico, dotato di un gergo sempre più storpiato dal linguaggio televisivo, a "i due che devono andare al cinema" e all'"incazzato da bar", raccontati sempre con grande vivacità e delicata ironia, alternata con la fantasia dei pezzi legati alla vena di "Terra!" o di "Elianto", come quello sulle avventure del piccolo krapfen "Franz". Ne risulta un panorama molto vario di profili umani, decisamente più nevrotico di vent'anni fa (ne è l'emblema il "drogato da telefonino" che estrae in continuazione il suo apparecchietto come un pistolero con la colt).S'intravvedono desideri e debolezze che trascendono le limitate prospettive dei piccoli ambienti da bar di periferia bolognesi da cui prendono spunto (in realtà chi conosce la città ne ricorderà uno anche in centro, da sempre gremito di "neo-tecnici", che porta il nome di un'opera verdiana). Non ci sono dubbi sul fatto che Benni abbia creato un genere coltivato così bene da renderlo inaccessibile a chiunque altro per timore del paragone.E così potrebbe continuare a divertirsi e a divertire ancora a lungo. Ma quello che forse manca ai suoi lettori, in questi tempi di appiattimento e allineamento su tutti i fronti, moderati ed estremi, è il Benni giornalista e scrittore politico, con una posizione precisa ma del tutto originale e, per usare un termine abusato, veramente "scomoda". Se non sono superati i "Bar sport", lo sono ancora meno le "Tribù di Moro Seduto".
Vent'anni dopo, Bar Sport riapre i battenti. I vecchi volti si sono mescolati a facce nuove: avventori e avventurieri, mostri e mostriciattoli della nuova Italia. Alcune cose non sono più come una volta e al solito bar è succeduto il nuovo bar, i molti locali che sono venuti dopo. Nel Bar Fico vengono esposte solo brioche invisibili a occhio nudo che vanno scelte col microscopio; nessun cliente mostra più un colorito naturale: si vedono solo visi abbronzatissimi, nelle più varie tonalità che vanno dall'albicocca al vitel tonné; ovunque squillano i cellulari, rombano i motori e i banconi sono preda ghiotta del delirio stilistico dei designer. Sopravvivono però ancora le maniere ruvide dei baristi all'antica, i cocktail assassini, le toilette irraggiungibili, la minacciosa torta Palugona. E fra un mondo e l'altro si snodano le molte storie da bar: quella del sassofonista cieco Elmo Buenavista innamorato della bella Sweet Misery; quella della video-battaglia di nonno Amedeo contro il Booz; quella di Gaetano mai apparso in televisione; e poi ancora quella del piccolo krapfen di Schwartzbruck Franz, dei tre strani Re Magi e di Capitan Carabus... Ce n'è insomma per tutti i gusti
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore