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Un libro eccellente sul disastro in atto nella scuola. Il guaio è trovare una strada praticabile per tornare indietro. La lettura attenta di questo libro (e di tanti altri scritti da insegnanti) è sicuramente utile per avere un buon quadro dei danni prodotti e che si continuano a produrre. Spero che in tanti si convincano della necessità di cambiare al più presto, per non rimanere indietro anche ai paesi del terzo mondo (la preparazione dei ragazzi italiani è peggiore dei ragazzi di paesi africani molto più poveri). Risolvere semplici problemi di matematica o fisica a scuola è un'attività quasi impossibile. Risolvere un qualunque problemino diventa una tragedia. La colpa è sempre degli insegnanti, anche quando gli studenti non usano la propria testa per fare qualche ragionamento banale. La colpa è sempre degli insegnanti, anche quando gli studenti non studiano. Oggi tutto deve essere facile. Studiare è troppo faticoso e se si aggiunge anche la fatica di usare la propria testa per pensare la scuola diventa impossibile. Spero che ci siano molti genitori di buon senso che si convincano che i loro figli vengono danneggiati dalla scuola di oggi, incapace di farli studiare.
Il breve saggio di Lucio Russo fa da indispensabile complemento al volume della Mastrocola, "La scuola raccontata al mio cane", per diversi motivi. Innanzitutto, perchè l'epoca della sua elaborazione è antecedente rispetto al libro della Mastrocola; in secondo luogo, perchè è diverso il vertice d'osservazione da lui utilizzato; in terzo luogo, per ragioni stilistiche. Lucio Russo, nel parlare della scuola italiana e del disastro verso cui procede grazie all'opera "volenterosa" dei tanti riformatori che si sono susseguiti negli ultimi anni, utilizza il vertice d'osservazione derivante dalle discipline che egli pratica. Dunque, si può ritrovare nelle sue pagine una serrata esposizione dei motivi per cui, nella scuola italiana, si sta assistendo alla più radicale eclisse della possibilità di trasmettere agli alunni il metodo scientifico, come strumento unico ed indispensabile per qualsiasi attività di ragionamento autonomo. Non a caso, il titolo del volume, rimanda al fatto che nell'insegnamento della matematica i "segmenti" non sono più delle entità astratte, ma divengono dei "bastoncini", in altri termini delle entità concrete: l'insegnamento portato avanti secondo i programmi riformati, dunque, non è più in grado di promuovere la crescita intellettuale degli studenti, che passa necessariamente attraverso la costruzione della possibilità d'un pensiero astratto. Viceversa, sembra che i programmi didattici modulati secondo le diverse riforme si pongano l'obiettivo (mai esplicitato ma portato avanti sistematicamente e con impegno) di formare soltanto dei "consumatori" intelligenti attraverso l'addestramento all'utilizzo d'una serie di istruzioni d'uso nei più diversi campi, essenzialmente di tipo applicativo. Nella sua analisi, Lucio Russo si sofferma - a volte utilizzando dei toni da pamphlet, ma sempre rigoroso nella sua analisi - sulla riforma Berlinguer e sui nefasti effetti della commissione Maragliano.
In poco più di 100 pagine vengono sintetizzati i mali oscuri che hanno permeato la scuola italiana trasformandola da un luogo di formazione culturale e di trasmissione del sapere ad uno strumento di socializzazione fine a se stesso, abbagliato da tecnicismi didattici e scopi economici (il lavoro, i consumi) Il punto di vista è quello dello scienziato che ha a cuore i destini delle nuove generazioni (l'autore è professore di fisica). Scritto con passione e rigore.
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