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Prosa competente e scorrevole.
bel libro, potrebbe essere un supporto allo studio dell'Odiesse. da lodare altresì la semplicità e la chiarezza del linguaggio.
Un libro bello, coinvolgente, illuminante, per addetti ai lavori e non. Interessante la lettura della società che emerge dal poema omerico e interessante soprattutto l'analisi che viene fatta della condizione femminile, del ruolo della donna, in un mondo in cui è essenzialmentel'uomo ad "essere" e a tessere le fila della vita.
Recensioni
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L'Odissea è il viaggio di Ulisse, ma è anche la storia di Itaca: un'isola che attende il ritorno del suo re. I poemi omerici, come è noto, cantano il passato remoto degli Achei ma riflettono nel contempo i costumi e la mentalità di una società più recente, in un momento di evoluzione. Eva Cantarella, docente di Diritto greco antico, ha scelto Itaca, con le sue embrionali istituzioni, per illustrare come una comunità greca, in un lento processo svoltosi tra il X e l'VIII secolo a.C., si appresti a divenire una polis. Lungo le affascinanti pagine del testo si dipana un racconto a trittico, scandito dall'assenza del re, dal suo viaggio di ritorno - che lo porta a conoscere civiltà diverse e mondi di barbarie -, e dal rientro in patria. Itaca senza Ulisse è preda della hybris del più forte; il ritorno del re segna la nascita di un ordine nuovo, in cui si colgono le tracce delle prime regole giuridiche del mondo occidentale. Nella riconquista dei due poteri, quello privato dell'ambito domestico e quello pubblico, entrambi insidiati dai pretendenti di Penelope, la forza di Ulisse diviene, da strumento di affermazione dell'onore individuale, mezzo per il mantenimento di un ordine comunitario. Densa di significato è anche la figura di Penelope, in cui si fondono, non senza contraddizioni, l'immagine della sposa fedele e lo stereotipo della donna greca, ambigua, se non infida, e certo non completamente ostile ai suoi cento e otto pretendenti.
Elisabetta Berardi
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