Come la Madonna arrivò sulla luna

​Diciamocelo subito: la prima parte di questo romanzo è un cortocircuito narrativo che farebbe impallidire un centralinista dell'elettricità. Sei catapultato senza preavviso in Transmontania, un luogo che sembra uscito da un incubo balcanico di Kusturica (ma con meno ottoni e più stivali di gomma). Se cercate la logica, avete sbagliato porta: qui regna sovrano il caos, un cocktail esplosivo di personaggi al limite della macchietta che inseguono progetti così assurdi da essere geniali Tra un complotto sovietico sgangherato e un’epopea familiare intrisa di vodka e superstizione ricordando il cinismo disincantato di un Jonas Jonasson in salsa ortodossa. Un'opera che, attraverso il filtro della risata amara e della stravaganza, riesce a dire la verità su un'epoca in cui l'unica via di fuga era, forse, credere davvero che la Madonna potesse arrivare sulla luna. Un viaggio letterario intenso, che ti resta addosso e ti chiede: qual è il confine tra la fede più ingenua e la fantasia più folle?

gustosissimo libro pieno di invenzioni, situazioni assurdamente rocambolesche e personaggi epici e coinvolgenti

Ho letto questo libro attratta esclusivamente dal titolo credendo fosse un romanzo in chiave ironica. Non potevo essere più in errore. Sullo sfondo di un Unione Sovietica in procinto di allargare la sua influenza sugli stati satellite, la Romania in questo caso, e avviare il processo di colettivizzazione, si svolge la vita di Pavel. Il quindicenne abitante di uno sperduto villaggio transmontano si trova presto a doversi confrontare con lo strapotere di personaggi intenti nella scalata al potere. Scene divertenti si intersecano con la cruda realtà dei tempi dove una prospettata "Età dell'Oro" sfocerà di una sanguinosa rivoluzione. Consigliato per tutti i romanzi di ambientazione storica contemporanea