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City - Alessandro Baricco - copertina
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City

Descrizione


"Questo libro è costruito come una città, come l'idea di una città. Mi piaceva che il titolo lo dicesse. Adesso lo dice. Le storie sono quartieri, i personaggi sono strade. Il resto è tempo che passa, voglia di vagabondare e bisogno di guardare. Ci ho viaggiato per tre anni, in "City". Il lettore, se vorrà, potrà rifare la mia strada. È il bello, e il difficile, di tutti i libri: si può viaggiare nel viaggio di un altro? Quanto ai personaggi - alle strade - c'è un po' di tutto. Ci sono uno che è un gigante, uno che è muto, un barbiere che il giovedì taglia i capelli gratis, un generale dell'esercito, molti professori, gente che gioca a pallone, un bambino nero che tira a canestro e ci becca sempre. Gente così." (Alessandro Baricco)
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Dettagli

2013
Tascabile
266 p., Brossura
9788807882807
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Indice


Le prime frasi del romanzo:

- Allora, signor Klauser, deve morire Mami Jane?
- Che vadano tutti a cagare.
- È un sì o un no?
- Lei che ne dice?
Nell'ottobre del 1987, la CRB - casa editrice da ventidue anni delle avventure del mitico Ballon Mac - decise di indire un referendum tra i suoi lettori per stabilire se fosse il caso di far morire Mami Jane. Ballon Mac era un supereroe cieco che di giorno faceva il dentista e di notte combatteva il Male grazie ai poteri molto particolari della sua saliva. Mami Jane era sua madre. I lettori le erano, in genere, molto affezionati: collezionava vecchi scalpi indiani e la sera si esibiva, come bassista, in un complesso blues interamente composto da neri. Lei era bianca. L'idea di farla schiattare era venuta al direttore commerciale della CRB - un signore molto tranquillo che aveva una sola passione: i trenini elettrici. Sosteneva che ormai Ballon Mac era su un binario morto e aveva bisogno di nuove motivazioni. La morte della madre - investita da un treno mentre fuggiva inseguita da uno scambista paranoide - lo avrebbe trasformato in una miscela letale di rabbia e dolore, cioè nel ritratto sputato del suo lettore medio. L'idea era idiota. Ma anche il lettore medio di Ballon Mac era idiota.
Così, nell'ottobre del 1987, la CRB sgomberò una stanza al secondo piano e vi mise dentro otto signorine col compito di rispondere al telefono e di raccogliere i pareri dei lettori. La domanda era: deve morire Mami Jane?
Delle otto signorine, quattro erano impiegate della CRB, due le avevano mandate i servizi sociali, una era nipote del presidente. L'ultima, una ragazza sui trent'anni che veniva da Pomona, era lì con un contratto da stagista vinto rispondendo esattamente a un quiz radiofonico ("Qual è la cosa che Ballon Mac odia di più al mondo?" "Fare la detartrasi."). Girava sempre con un piccolo registratore. Ogni tanto lo accendeva e ci diceva delle cose dentro.
Si chiamava Shatzy Shell.
Alle 10 e 45 del dodicesimo giorno di referendum - quando la morte di Mami Jane la stava spuntando per 64 a 30 (il 6 per cento residuo riteneva che dovessero andare tutti a fare in culo, e aveva telefonato per dirlo) - Shatzy Shell sentì suonare il telefono per la ventunesima volta, scrisse sul modulo che aveva davanti la cifra 21 e sollevò il ricevitore. Ne seguì la seguente conversazione.
- CRB, buon giorno.
- Buon giorno, è già arrivato Diesel?
- Chi?
- Okay, non è ancora arrivato...
- Qui è la CRB, signore.
- Sì. Lo so.
- Lei deve aver sbagliato numero.
- No, no, va tutto bene, adesso mi ascolti...
- Signore...
- Sì?
- Questa è la CRB, è il referendum "Deve morire Mami Jane?".
- Grazie, lo so.
- Allora vorrebbe gentilmente darmi il suo nome?
- Non ha importanza il mio nome...
- Deve darmelo, è la prassi.
- Okay, okay... Gould... il mio nome è Gould.
- Signor Gould.
- Sì, signor Gould, adesso se posso...
- Deve morire Mami Jane?
- Prego?
- Dovrebbe dirmi cosa ne pensa lei... se Mami Jane deve morire oppure no.
- Oh Gesù...
- Lei lo sa, vero?, chi è Mami Jane?
- Certo che lo so, ma...
- Vede, lei dovrebbe solo dirmi se pensa che...
- Vuole starmi ad ascoltare un attimo?
- Certo.
- Ecco, mi faccia un favore, si dia un'occhiata intorno.
- Io?
- Sì.
- Qui?
- Sì, lì, nella stanza, mi faccia questo piacere.
- Okay, sto guardando.
- Bene. Vede per caso un ragazzo rapato a zero che tiene per mano uno molto grande, ma veramente grande, una specie di gigante, con delle scarpe enormi, e una giacca verde?
- No, non credo.
- È sicura?
- Sì, sono sicura.
- Bene. Allora non sono ancora arrivati.
- No.
- Okay, allora voglio che lei sappia una cosa.
- Sì?
- Quei due non sono cattivi.
- No?
- No. Quando arriveranno si metteranno a sfasciare tutto, e con ogni probabilità prenderanno il suo telefono e glielo attorciglieranno intorno al collo, o cose del genere, ma non sono due ragazzi cattivi, veramente è solo che...

Valutazioni e recensioni

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Marta
Recensioni: 2/5

Questa lettura è stata un parto, l'ho trascinata due mesi arrancando e rischiando di abbandonarla. L'autore in quarta di copertina recita «questo libro è costruito come una città, come l'idea di una città. [...] Le storie sono quartieri, i personaggi sono strade». Posso capire l'idea di partenza e quindi strutturare il libro in modo che dia una sensazione di confusionario come, appunto, una città ma per me non è assolutamente un romanzo riuscito. È noioso da morire, personaggi piatti, pretenzioso, non-sense dall'inizio alla fine, trama inesistente. Un esercizio di scrittura fine a se stesso e mal riuscito.

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S_amara
Recensioni: 5/5

Un libro che ha le movenze di uno spettacolo teatrale e che non potrà che piacervi se amate la prosa di Baricco. Al suo interno, come nelle strade di una città, c'è un po' di tutto, incontrerete un gigante, un muto, un barbiere che il giovedì taglia i capelli gratis, un generale dell'esercito, molti professori, gente che gioca a pallone, un bambino che tira a canestro e ci becca sempre. Gente così.

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Ilenia
Recensioni: 5/5

Un romanzo a strati e la cosa incredibile è che sono perfettamente orchestrati. Ho letto un romanzo, visto un western, ascoltato lezioni di filosofia, assistito a incontri di box. Tutto questo senza muovermi dalla città che ci racconta Baricco, fatta di personaggi veri e anche no. Se la sua scrittura era indubbia, qui si erge a scrittore di trame non banali ma così chiare che alla fine le abitiamo un pò anche noi. Stupefacente, immancabile.

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Recensioni

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La recensione di IBS


"È una cosa strana. Quando ti accade di vedere il posto dove saresti salvo, sei sempre lì che lo guardi da fuori. Non ci sei mai dentro. È il tuo posto, ma tu non ci sei mai."

Mami Jane, madre di Ballon Mac, il supereroe dentista di una fortunata serie di avventure prodotte dalle edizioni Crb, deve morire? Da questa domanda ha avvio l'ultimo romanzo di Alessandro Baricco. La domanda è posta telefonicamente ai lettori da ragazze pagate dalla casa editrice, indecisa sulla fatidica scelta: una di queste è Shatzy Shell, uno degli intervistati è Gould. E da questa telefonata il romanzo si dirama in innumerevoli strade, costruisce una città. Dà vita a un'umanità, in cui appaiono personaggi da cartone animato, da film, da cronaca giornalistica e sportiva, e creature fragilmente vere, con le tristezze e le malinconie di ogni giorno, la solitudine di questi poveri tempi che hanno bisogno del successo e del denaro per dare consistenza alla vita. Ma la trentenne Shatzy cerca stimoli vitali dalle fotografie di Eva Braun (che tristezza per lei scoprire che Eva non era la figlia, ma l'amante di Hitler!) e di Walt Disney, e il genio tredicenne Gould costruisce nel bagno, ascoltando la radio, la sua leggenda del pugile Larry Gorman, un pugile di buona famiglia, anomalo, vincitore per gioco e per sfida ai luoghi comuni che vedono nella miseria la ricerca del successo nel pugilato. Dai quaderni di appunti e da un piccolo registratore che Shatzy porta sempre con sé nasce anche un western, che riappare all'interno del romanzo: bisogno di sperimentarsi in un genere così poco letterario, gioco dell'intelligenza, fuoco d'artificio di un romanzo eclettico e caleidoscopico?

In questa City abitano due personaggi da cartoon, il gigante Diesel (troppo grande per poter viaggiare: quale treno o automobile lo potrebbe contenere?) e il muto Poomerang. Deliziosi i dialoghi tra i due, con i "nondisse" che introducono il discorso diretto del muto, il loro farsi coro, commento a tanti eventi. L'intervista televisiva a cui il giovanissimo Gould è sottoposto, vede questi due curiosi personaggi seriamente impegnati a rispondere, forse solo mentalmente, alle domande stupide, da talk-show, che vengono poste (con ironico disprezzo Baricco mostra l'incapacità del genio di rispondere a tali sciocchezze).

E poi altre strade, altre persone: l'università e i suoi docenti, in particolare il professor Mondrian Kilroy. Piange il professore molto spesso, calza buffe pantofole, sta immobile ad osservare le partite di calcio per trarne deduzioni scientifiche, ma alcune delle sue lezioni (la lezione n.11 in particolare) sono l'espressione della straordinaria sensibilità artistica di Baricco. Leggere il capitolo dedicato alle Nymphéas di Monet è uno dei rari piaceri che oggi un lettore può provare, un momento quasi di esaltazione, di ammirazione per questo autore che, può essere più o meno simpatico, ma è ineludibilmente uno dei più grandi scrittori italiani contemporanei.

Dall'iperrealismo della minestra coi piselli data ai malati in ospedale, alle sorelle Dolphin che avevano una mira tale da sparare sempre due colpi al fante di cuori se un mazzo di carte veniva gettato in aria, al triste finale che immalinconisce dopo tanta scoppiettante ironia: eppure tutto sa di verità in questo romanzo che incanta. Oppure tutto sa di fantasia, tutto meno che l'abilità narrativa di Baricco, le prodezze linguistiche, la ricchezza di codici e situazioni, la tenerezza che prova per i suoi personaggi, un libro che, cosa piuttosto rara oggi, si sente meditato e "lavorato" a lungo, per ben tre anni ci dice l'autore.

A cura di Wuz.it

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Conosci l'autore

Alessandro Baricco

1958, Torino

Alessandro Baricco è uno scrittore, sceneggiatore, critico musicale e conduttore radiofonico e televisivo italiano. Si laurea in Filosofia a Torino con una tesi in Estetica e studia contemporaneamente al Conservatorio dove si diploma in pianoforte. L’amore per la musica e per la letteratura ispireranno sin dagli inizi la sua attività di saggista e narratore.Come saggista esordisce con Il genio in fuga. Due saggi sul teatro musicale di Gioacchino Rossini (Il Melangolo, 1988; Einaudi, 1997). Castelli di rabbia (Rizzoli, 1991; Universale Economica Feltrinelli, 2007), suo primo romanzo, Premio Selezione Campiello e Prix Médicis Etranger, è un’autentica rivelazione nel panorama della letteratura italiana e ottiene il consenso della critica e del pubblico....

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