Barnum. Cronache dal grande show

Sarà che ho una certa passione per questo genere di libri (raccolte di articolati di giornale) in cui in poche righe e con temi quotidiani si racconta la contemporaneità. Ancora più interessante, a mio parere, leggere una descrizione del quotidiano di 25 anni prima, un epoca in cui ero bambino e di cui ho sentito parlare. Su Baricco direi che c'è poco da scrivere, chi lo legge capisce subito chi è e come scrive. Forse ci sono un po' troppi riferimenti alla musica (e questo descrive bene la visione del mondo dell'autore) e il repertorio casistica poteva essere più vario. Ho già preso Barnum 2.

Baricco può piacere o no, come tutti gli autori, ma non si può dire che non sappia usare le parole. Non le sceglie a caso, le sceglie con cura e crea frasi di una leggerezza quasi poetica. Personalmente lo adoro, o meglio, amo come scrive, come in questo libro, che non è niente di che, ma racchiude alcuni suoi articoli circa quello che vede alla televisione, la vita mondana e politica. Ma quello che mi ha colpito di più sono le descrizioni di sguardi e di atteggiamenti che solo una persona che cammina a testa alta con gli occhi bene aperti sa riconoscere, sa descrivere. Piccole cose che a uno sguardo poco attento passano inosservate, ma per un buon scrittore sono spunti di dialogo con il lettore.

Se il Baricco che scrive racconti e romanzi mi lascia molto spesso dei dubbi, qui trovo un'idea di partenza buonissima e una realizzazione altrettanto interessante. Articoli piacevoli, alle volte illuminanti, alle volte un po' scontati, ma comunque brevi e raramente noiosi. Libro carino.