Quello che i soldi non possono comprare. I limiti morali del mercato

Sandel indaga i campi della vita umana che di recente sono stati toccati dal denaro, dai valori del marcato, e si interroga se possa esistere qualcosa per cui sia importante evitare la contaminazione, la corruzione del denaro. Lo fa analizzando una serie di settori, come le sponsorizzazioni municipali, i diritti di denominazione, le assicurazioni sulla vita, quelle sulla morte oppure il mercato delle memorabilia. Ne esce un quadro a tinte fosche: dove il mercato arriva, dove la logica della compravendita si insinua, si corrompe l'oggetto della compravendita. Diventa una discussione morale e filosofica, sul valore intrinseco del bene, della sua "sacralità", ma non in senso religioso, quanto di scopo: quanto può valere la possibilità i finanziare l’istruzione scolastica se i libri forniti sono pieni di inesattezze oppure di faziosità? Sandel, con una scrittura pulita e chiara, indaga questi temi. Per quanto riguarda la struttura del testo, mi sarei aspettato un capitolo conclusivo in cui trarre le somme e delineare possibili traiettorie. Nel complesso un libro utile e interessante per chi voglia approfondire le capacità corruttive del mercato.

Libro consigliato dal professore di Economia politica della mia università. Testo molto, molto, molto interessante, dove emergono episodi affascinanti sempre nell'ambito di una lettura complessiva, fredda e lucida del presente. Da leggere per chiunque non solo si interessi alla moderna teoria economica, ma anche per coloro i quali vogliano approfondire la moderna società

L'era del trionfalismo dei mercati ha coinciso con un periodo in cui il dibattito pubblico si è largamente svuotato di contenuti morali e spirituali. L'unica nostra speranza per tenere i mercati al loro posto è riflettere apertamente e pubblicamente sul significato dei beni e delle pratiche sociali a cui diamo prezzo.....In un'epoca di crescente diseguaglianza, la mercatizzazione di qualsiasi cosa comporta che le persone abbienti e quelle dai mezzi modesti abbiano vite sempre più separate....Non è un bene per la democrazia e non è neppure un modo soddisfacente di vivere. Saggio interessante, che fa riflettere, ma anche inquietante: viene da chiedersi se si sia ancora in tempo per tornare indietro, o piuttosto si sia già oltrepassato il punto di non ritorno.