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Nato in Boemia nel 1840, Alfons Mucha fu il più importante illustratore e decoratore dell'Art Nouveau tra l'800 e il '900: la sua produzione di manifesti e cartelloni pubblicitari lo rese famoso in tutto il mondo, e conteso da grandi attori come Sarah Bernhardt, da celebri gioiellieri come Georges Fouquet, da industriali, editori, uomini politici. Ventenne si recò a Vienna per studiare pittura, e di lì a poco fu a Monaco e a Parigi. Il suo stile si rifaceva sia ai preraffaelliti, sia alle stampe giapponesi e ai mosaici bizantini, contaminando realismo ed esotismo, la fastosità delle decorazioni e degli ornamenti con la minuziosità descrittiva di ogni particolare.I soggetti preferiti di Mucha furono sempre le figure femminili, sfarzose nelle vesti, eleganti e seduttive negli atteggiamenti; ma anche la flora e il mondo animale erano continuamente richiamati o allusivamente trasfigurati nei suoi pannelli e nei quadri. Dopo l'Esposizione Universale di Parigi del 1900, l'artista boemo entrò in una profonda crisi ideologica: stanco della frivolezza e della mondanità che pure avevano rappresentato la chiave del suo successo, sentì l'esigenza di dare alla sua pittura uno spessore etico più consistente. I suoi interessi si rivolsero soprattutto alla storia, con l'intenzione di porre il proprio lavoro al servizio della causa di indipendenza del popolo slavo. Dal 1904 iniziò a viaggiare tra l'America e l'Europa orientale, affrescando sale pubbliche e chiese con motivi mitici, storici e civili: per vent'anni lavorò al gigantesco progetto pittorico dell' "Epopea slava", venti tele rappresentanti gli avvenimenti della storia ceca, oggi esposte a Brno. Stabilitosi definitivamente a Praga, vi morì nel 1939, quando la città era ormai in mano alle truppe naziste. Il bel volume edito da Giunti, commentato con accuratezza da Patrizia Runfola e splendidamente illustrato, gli rende il meritato onore.
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