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bello e sottovalutato. da leggere assolutamente!
La grande capacità di Fedor di calarsi nella testa della protagonista, vivisezionando impulsi pensieri, è già qui e col tempo si affinerà sempre più. La ritroveremo poi in “Delitto e castigo”. La sua non comune sensibilità nel raffigurare l’infanzia, i suoi segreti dolori, le umiliazioni subite, è già lì, pronta a spiccare il volo. È una storia, almeno all’inizio, di miseria, dove Fedor raffigura la vita familiare dilaniata, tra un uomo, un violinista, forse con un grande talento, forse no, ma che non è capacde di disciplina. E una moglie che in principio crede in lui, nelle sue capacità, per poi ritrovarsi ingabbiata in una vita quotidiana dove lei e solo lei deve lavorare, mentre l’uomo, se la prende con il mondo che non lo comprende, e che celebra il talento (inesistente), degli altri. Tutto questo, e anche altro, dal punto di vista di una bambina, che poi naturalmente crescerà, e con la forza e la precisione che sono tipici di questo autore russo. Gli ambienti che incontriamo qui, li ritroveremo poi altrove, nel resto della produzione di Fedor. La debolezza, la vigliaccheria, la prosopopea del violinista somo comuni a tanti altri personaggi che troveremo altrove. Insomma, in questo romanzo incompleto troviamo già quegli “ingredienti” che Fedor userà in seguito con maggiore perizia. È un romanzo da leggere? Di certo aiuta a capire perché Fedor è diventato Dostoevskij. Lui non è davvero nelle “Notti bianche”, ma in “Delitto e castigo”, e qui ci sono atmosfere e “tipi umani” che poi nel resto della sua produzione letteraria incontreremo sovente.
Anche se si tratta di un romanzo incompiuto, interrotto forzatamente dalla prigionia di Dostoevskij, l'ho trovato molto interessante. Narrato da una bambina che diventa adulta, le descrizioni degli stati danimo, dei tormenti interiori, delle pulsioni amorose sono sicuramente uno dei punti di forza e fanno presagire, ad un neofita dellautore come me, una forza evocativa ed una esplorazione nel profondo della coscienza, anche nelle sua parti più torbide, che non vedo lora di esplorare.
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