Quando tutto era possibile

L’atmosfera di questo libro mi ha ricordato quella scanzonata e un po’ ribelle del “Giovane Holden”, ma con un pizzico di illusione adolescenziale alla “Attimo fuggente”. Gli “Interessanti” assomigliano alla “Setta dei poeti estinti” in una veste più yankee e meno elegante. Non è stato facile leggere questo libro, sia per il consistente numero di pagine, che per la lentezza di diversi passaggi, eppure durante la lettura alcune volte mi sono scoperta nostalgica. È un libro strano, delicato e pesante allo stesso tempo, non adatto a tutti i tipi di lettori.

Gran mattone, a metà libro ho abbandonato.

L'ho iniziato, e gli avrei dato zero stelle. L'ho proseguito, e mi è parso da almeno quattro. L'ho finito, e vada per tre. Non c'è una vera e propria trama da riassumere: un gruppo di ragazzi si conosce al campo estivo, cresce e vive la propria vita. La narrazione corre avanti e indietro nel tempo, alternando una scena nel passato a una nel presente, spezzandone un'altra a metà con un ricordo dettagliatissimo. Mi confondeva molto, soprattutto nei primi capitoli. Anche adesso, se mi si chiedesse di stendere una linea del tempo, o di differenziare la trama principale dalle digressioni dei ricordi, non saprei rispondere. Menzione d'onore va alla traduzione terribile. Poche volte mi è capitato di assistere a qualcosa di così triste. Non solo si legge la struttura della frase inglese dietro alle parole italiane, che dà una sensazione di artificiosità, ma si ha a che fare anche con una scelta chiaramente sbagliata dei termini per tradurre.