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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2010
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Ho riletto questo romanzo dopo molti anni. L'avevo capito poco a suo tempo, forse un po' di più adesso. Dostoevskij è inesorabile nella sua descrizione della meschinità della buona borghesia, del ceto medio, dei farabutti: sono tutti uguali, cattivi, egoisti, ambiziosi, falsi. Il principe Myskin è l'eccezione, una sorta di figura cristologica o simile a Don Chisciotte, incapace di comportarsi come gli altri. Prova compassione e pietà per i caduti come Nastasia, e lei - forse l'unica che lo capisce - non vuole rovinarlo. Tutti lo ammirano, ma in fondo lo ritengono un idiota. Troppo ci sarebbe da dire su un capolavoro come questo. Ma l'invito a riflettere su noi stessi, su come siamo, su cosa vogliamo, ad avere compassione e ideali, ad essere meno cinici è a mio avviso più impellente e necessario che mai.
Dostoevskij,da infervorato cristiano e psicologo provetto qual è,studia la centrale figura di Cristo cercando di tracciarne,in termini moderni,un dettagliato profilo psicologico che ricusi la banale qualifica di "bontà sconfinata";il risultato è il principe Myskin.Già dalla prima apparizione,dopo un iniziale sconcerto,il protagonista,in forza della semplicità di modi,dell'ingenuità disarmante e della schiettezza smaliziata,riesce immediatamente simpatico tanto agli altri personaggi quanto al lettore. Uno straordinario discernimento unito ad una profonda sensibilità danno a costui capacità empatiche uniche. Assolutamente da leggere!
Chiaramente in questo romanzo non si raggiunge la perfezione de "I fratelli Karamazov" (che infatti è stato scritto dopo, da un Dostoevskij più maturo e con le idee più chiare). Pur essendo uno dei capolavori della letteratura universale, "L'idiota" è un libro che, a mio parere, imbocca troppe strade. Se la storia si fosse concentrata unicamente sul principe Myskin (figura straordinaria) e sulle sue vicende in relazione a Natasa Filipovna e le sorelle Epancin, sarebbe risultata molto più scorrevole e intensa. Le varie digressioni su personaggi secondari come il tisico Ippolit o il capitano Ferdisenko tolgono potenza e impatto al romanzo.
Recensioni
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