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Il lavoro si propone di analizzare la disciplina della responsabilità penale delle persone giuridiche nell'Inghilterra, appunto, nella quale, per la prima volta al mondo, è stato superato il principio societas delinquere non potest e che per molti anni ha rappresentato, nel settore della punibilità degli enti collettivi, il punto di riferimento per tutti gli altri paesi di lingua inglese (Stati Uniti esclusi).
Il libro, dopo aver analizzato lo sviluppo storico dell'istituto della criminal liability of corporations, individuando gli ostacoli concettuali e giuridici che avevano impedito I'accoglimento del principio della sanzionabilità degli enti collettivi e cogliendo le motivazioni di politica criminale che ne hanno di contro consentito il superamento, dedica la sua parte centrale alla valutazione della disciplina come attualmente accolta dall'ordinamento inglese, evidenziandone pregi e difetti e sottolineando la tendenza verso la quale si sta orientando il sistema giuridico in parola. Un ulteriore capitolo raccoglie le proposte de iure condendo che vengono formulate dalla dottrina anglosassone e dalla Law Commission, mentre l'ultimo capitolo si occupa del sistema sanzionatorio, dando conto delle importanti modifiche recentemente operate con il Criminal Law Act 2003.
L'analisi specifica dell'opera riguarda l'ordinamento inglese, le scelte da questo compiute e le tendenze verso cui si dirige un tale sistema inglese; nel lavoro, tuttavia, non mancano riferimenti sia alla disciplina della responsabilità penale delle persone giuridiche come accolta negli altri ordinamenti di common law (Australia, Canada e Stati Uniti in particolare, tre paesi caratterizzati da recenti novità nel settore) sia all'istituto della responsabilità degli enti per illeciti amministrativi dipendenti da reato, come introdotto dal d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231, con cui la disciplina della Criminal liability of corporations nel diritto inglese viene (dove possibile) comparata.
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