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Una nazione allo sbando. L'armistizio italiano del settembre 1943 e le sue conseguenze - Elena Aga Rossi - copertina
Una nazione allo sbando. L'armistizio italiano del settembre 1943 e le sue conseguenze - Elena Aga Rossi - 2
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Una nazione allo sbando. L'armistizio italiano del settembre 1943 e le sue conseguenze
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Descrizione


Il volume è centrato sulle trattative che portarono alla firma dell'armistizio tra l'Italia e gli angloamericani nel settembre 1943, alla fuga del re, del governo e delle alte gerarchie militari da Roma, all'evaporazione dello stato e al drammatico sbando cui il paese andò incontro. L'autrice ricostruisce l'evoluzione della politica alleata nei confronti dell'Italia durante la guerra, i diversi e inconcludenti sondaggi italiani per uscire dal conflitto tra la conferenze di Casablanca e lo sbarco in Sicilia, l'avviarsi faticoso dopo il 25 luglio e poi il concludersi ai primi di settembre delle trattative per l'armistizio.
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Dettagli

2006
Tascabile
20 luglio 2006
328 p., Brossura
9788815113221

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Aspasia
Recensioni: 5/5
Narrazione storica interessante e dettagliata

Saggio documentato basato su fonti americane, britanniche, tedesche ed in misura minore italiane. In una prima sezione il saggio tratta degli antefatti dell'8/9/1943 e delle differenti tattiche di britannici ed americani nei confronti dell'Italia. Dopo lo sbarco degli anglo-americani in Sicilia la situazione militare italiana era disastrosa ed il governo Badoglio cercò vanamente di trattare qualcosa di diverso da una resa incondizionata, che fu gestita male dal governo Badoglio, in situazione difficile tra pretesa di Eisenhower che la resa fosse comunicata pubblicamente in contemporanea allo sbarco di Salerno, per cogliere di sorpresa i tedeschi e reazione delle forze naziste tedesche, col supporto di fascisti italiani irriducibili. La storica si occupa poi delle conseguenze della resa, del comportamento dei reparti dell'esercito italiano e della resistenza, ed a seguire . espone la sua visione sul significato e gli effetti della fase successiva all' 8-9. È bizzarro che il recensore precedente abbia definito malevola l'esclusione del Cremlino dalla trattativa col governo Badoglio e che si sia concentrato su ciò che è stato scritto sull'URSS: è russo? Il regime sovietico di Stalin prima della seconda guerra mondiale avrebbe voluto spartirsi l'Europa centrale ed orientale con la Germania nazista e Stalin aveva espresso ammirazione per Hitler. Gli anglo-americani si rendevano conto della pericolosità dell'URSS, ma Hitler era riuscito a far considerare più pericolosa la Germania nazista e ciò era diventato un grosso vantaggio per l'URSS, che al termine di WWII si era spartita l'Europa con gli USA in sfere influenza. Per gli stati ed i popoli dell'Europa centro-orientale finire nel blocco sovietico era equivalso a passare nella brace, in una condizione pessima, mentre l'Italia nel blocco capitalista guidato dagli americani procedeva verso lo sviluppo ed il boom economico.

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alessandro
Recensioni: 1/5
sbobba

Il testo insiste nel voler presentare l'URSS come vicina alla Germania nazista, che l'URSS fosse alla ricerca di un accordo con la Germania hitleriana anche dopo l'aggressione nazista? Su cosa si basa la ripetuta accusa che Stalin volesse scendere a patti con Hitler, dopo l'invasione nazista? Due articoli di giornale russi, dei primi anni '90... e un florilegio, il solito florilegio di titoli e testi tedeschi e americani, di autori post-nazisti tedeschi o neocon americani.. I due articoli russi, sono un articolo scritto da Volkogonov nel 1993, che pare sia stato ripreso nella sua biografia su Stalin, e un'intervista, di due pagine, a un impiegato dell'ambasciata sovietica a Stoccolma... e su questo 'materiale documentario', ci si permette di dire che l'Unione Sovietica cercava di accordarsi coi nazisti, nonostante sia universalmente riconosciuto che i sovietici difficilmente facessero prigionieri tra i nazisti prima di Stalingrado... Altra barzelletta: l'URSS scese a compromessi coi fascisti minori alleati dei nazisti... ciò avvenne solo con Romania e Finlandia, non avvenne cogli ungheresi, gli slovacchi, i croati, ma avvenne coi bulgari, per il semplice motivo che Zar Boris NON dichiarò guerra all'URSS e non inviò soldati bulgari nell'operazione Barbarossa. Ma ciò che tale testo evita di dire è che Mosca si accordò con Bucarest e Helsinki DOPO che fu esclusa dalle trattative tra gli alleati e il governo Badoglio... fu una risposta all'azione malevole dei britannici, soprattutto. Ma tale testo evita accuratamente di indicare tale fatterello, sebbene sia notissimo. E inoltre, la descrizione di Vittorio Emanuele come persona spaurita. confusa, e perfino feroce antibritannico, è più che altro immaginazione. Vittorio Emanuele come suo stile, non si era mai intromesso nelle decisioni dei governi italiani, liberali o fascisti che fossero. Perché dovesse cambiare atteggiamento con Mussolini, fino al momento del crollo italiano, non ci viene mai spiegato da nessuno.

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Alessandro
Recensioni: 1/5
libro sopravvalutato

Il testo insiste nel voler presentare l'URSS come vicina alla Germania nazista, che l'URSS fosse alla ricerca di un accordo con la Germania hitleriana anche dopo l'aggressione nazista? Su cosa si basa la ripetuta accusa che Stalin volesse scendere a patti con Hitler, dopo l'invasione nazista? Due articoli di giornale russi, dei primi anni '90... e un florilegio, il solito florilegio di titoli e testi tedeschi e americani, di autori post-nazisti tedeschi o neocon americani.. I due articoli russi, sono un articolo scritto da Volkogonov nel 1993, che pare sia stato ripreso nella sua biografia su Stalin, e un'intervista, di due pagine, a un impiegato dell'ambasciata sovietica a Stoccolma... e su questo 'materiale documentario', ci si permette di dire che l'Unione Sovietica cercava di accordarsi coi nazisti, nonostante sia universalmente riconosciuto che i sovietici difficilmente facessero prigionieri tra i nazisti prima di Stalingrado... Altra barzelletta: l'URSS scese a compromessi coi fascisti minori alleati dei nazisti... ciò avvenne solo con Romania e Finlandia, non avvenne cogli ungheresi, gli slovacchi, i croati, ma avvenne coi bulgari, per il semplice motivo che Zar Boris NON dichiarò guerra all'URSS e non inviò soldati bulgari nell'operazione Barbarossa. Ma ciò che tale testo evita di dire è che Mosca si accordò con Bucarest e Helsinki DOPO che fu esclusa dalle trattative tra gli alleati e il governo Badoglio... fu una risposta all'azione malevole dei britannici, soprattutto. Ma tale testo evita accuratamente di indicare tale fatterello, sebbene sia notissimo. E inoltre, la descrizione di Vittorio Emanuele come persona spaurita. confusa, e perfino feroce antibritannico, è più che altro immaginazione. Vittorio Emanuele come suo stile, non si era mai intromesso nelle decisioni dei governi italiani, liberali o fascisti che fossero. Perché dovesse cambiare atteggiamento con Mussolini, fino al momento del crollo italiano, non ci viene mai spiegato da nessuno.

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Conosci l'autore

Elena Aga Rossi

1940, Cortina d'Ampezzo

Laureata in Lettere e Filosofia, Elena Aga-Rossi ha insegnato in diverse università, nonché alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione. Con il Mulino ha pubblicato numerosi volumi tra cui: L'Italia fra le grandi potenze. Dalla seconda guerra mondiale alla guerra fredda (2019), l’antologia Gli Stati Uniti e le origini della guerra fredda (1984), Una nazione allo sbando (1993, III ed. 2006), Togliatti e Stalin (con Victor Zaslavsky, 1997, II ed. 2007), Una guerra a parte. I militari italiani nei Balcani 1940-1945 (con Maria Teresa Giusti, 2011), Cefalonia. La resistenza, l’eccidio, il mito (2017).

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