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In sé l'idea di pubblicare ogni anno un insieme di saggi che analizzino lo stato dell'opinione pubblica sull'Europa in diversi contesti nazionali è ottima: e il Centro studi per il progetto europeo di Bologna, animato da Fabio Alberto Roversi Monaco, affida il compito ad autori in grado di assolverlo al meglio. Ma lo svolgimento da parte di ognuno si struttura autonomamente, e quindi il risultato finale consiste in una serie di contributi non uniformi e non coerenti. La produzione giornalistica presa in esame è anteriore ai primi di dicembre del 2007 e questo è un altro inconveniente, dal momento che alla fine dell'anno sono in calendario le riunioni del Consiglio europeo: appuntamenti non aggirabili. Riccardo Brizzi elabora un'interpretazione della linea Sarkozy più che una rassegna di quanto i periodici hanno scritto sul futuro di un'Europa "che Parigi vorrebbe osserva più in sintonia con gli Stati Uniti e senza pregiudizi verso i paesi dell'ex oltrecortina". Massimo Faggioli mette a fuoco la pubblicistica tedesca e assume la nostalgia per la Costituzione tradita come tema chiave: efficacemente espresso, a suo parere, in una sorta di epitaffio pescato in una recensioncina apparsa il 20 novembre sulla "Frankfurter Allgemeine Zeitung": "La Costituzione europea è morta. Viva il Trattato!". Sulla Spagna riferisce Maria Coccia: fa notare la fredda accoglienza ricevuta dal discorso di Zapatero al parlamento europeo e critica Jaime Mayor Oreja, poiché ha in quella sede polemizzato in nome del Pp con il leader socialista del suo paese. "Non era mai capitato scrive che un rappresentante della nazionalità dell'oratore replicasse al suo presidente". In realtà è capitato molte volte. E, comunque, il fatto è irrilevante per documentare lo spirito dell'opinione pubblica spagnola.
Roberto Barzanti
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