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Bel libro, di vasto respiro, che cerca di illustrare gli aspetti principali della figura del diplomatico e politico canavesano, a poco più di cent'anni dalla morte (1907). Vari studiosi si soffermano così sui momenti principali della vita di Nigra, dopo il saggio di Umberto Levra che getta su di lui uno sguardo d'insieme, attento sia agli eventi storici,alle vicissitudini delle sue memorie, sia alle rievocazioni letterarie e televisive che lo hanno riguardato a partire dagli anni 40 del '900. Sebbene scritti con accuratezza, non tutti i saggi sono però ugualmente centrati o utili per dire qualcosa di nuovo sul personaggio: ho trovato particolarmente interessanti quello di Viarengo sull'ambiente universitario e culturale torinese in cui il giovane Nigra si trovò a vivere prima della 1°guerra d'indipendenza; quello di Talamo sul periodo centrale della sua collaborazione con Cavour, fra il 1852 e il 1859; quello di Craveri, sul rapporto, sempre molto mitizzato romanticamente, con la celebre contessa di Castiglione nella Parigi del 1856; infine quello di Scirocco sulla breve e drammatica esperienza napoletana nel 1861; utile anche lo sguardo finale di Galasso. Anche in un'opera del genere, bisogna comunque notare che restano ai margini sia il Nigra studioso di cultura popolare (la sua raccolata dei canti popolari piemontesi è stata appena ripubblicata da Einaudi in un ricco volume della pregiata raccolta Millenni), toccato di passata da Levra e Galasso, sia il Nigra ambasciatore e diplomatico d'alto bordo nelle principali capitali europee fra il 1876 e il 1904, anno del suo ritiro, oppure, la sua attività di senatore (dalla fine del 1890). Nonostante gli sforzi di questi studiosi, sembra cioè che i limiti alla figura del Nigra, fissati da Federico Chabod nel suo famoso ritratto dei primi anni '50, non si possano ancora superare.
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