L' automa e lo spirito. Azioni individuali, istituzioni, imprese collettive

Nel titolo, suggerito da un pensiero di Pascal, si coglie il senso della sfida intellettuale. Tutti noi siamo sia "automa", in quanto fortemente condizionati da abitudini, usi e costumi, sia "spirito", cioè libero intelletto e libero volere. Più precisamente, le "abitudini" sono il contesto istituzionale, la "rete" nella quale ciascuno di noi si muove sin da piccolo, e il nostro volere è fortemente influenzato da atteggiamenti costantemente sottoposti all'interazione con gli altri. L'importante è non dimenticare che le istituzioni sorgono "per effetto dell'aggregazione di azioni individuali". Altrettanto essenziale è la consapevolezza che quelle stesse istituzioni, una volta consolidate, condizionano le azioni successive. Non esistono però attori collettivi, nel senso di entità dotate di intenzioni e volontà in sé autonome, individuabili e misurabili. "Noi non interagiamo con le istituzioni – scrive Panebianco, – interagiamo con altri individui", perché solo con le persone c'è scambio e/o scontro di idee e di passioni. Secondo la lezione di Alfred Schutz, l'interazione faccia a faccia è il fondamento di tutti i rapporti che gli individui intrattengono con la realtà sociale. Non bisogna però dimenticare che nel passaggio dal micro al macro operano sempre organizzazioni fondate per raggiungere scopi. Quando nell'organizzazione si produce un'"infusione" di valori, allora scatta l'istituzionalizzazione: l'organizzazione è fine e non più solo mezzo. Sulla base di un'ampia ricognizione della letteratura esistente, Panebianco ritaglia così il proprio personale kit di approcci, teorie e metodi per potenziare la ricerca politologica e renderla più feconda di risultati cognitivi, oltre che per non mortificare la realtà sociale con la modellistica pseudo-empirica che inquina sovente le scienze sociali. Danilo Breschi