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Raccolta di brevi saggi che inquadrano magistralmente il contesto di vita medioevale nella pianura Padana nei suoi diversi aspetti. Diventa così interessante immedesimarsi in persone vissute mille anni fa. Il taglio saggistico e non narrativo conferisce al testo l’ufficialità necessaria.
Vito Fumagalli può essere definito in un certo senso come il "Le Goff" italiano. Dell'illustre Maestro francese ha l'ampiezza di sguardo, che dalla storia del Medioevo si allarga alla storia della sua civiltà, intesa non soltanto e non soprattutto negli aspetti politici, militari e istituzionali, ma anche in quelli della cosiddetta "cultura materiale" (dal vestire all'alimentazione) e della "mentalità" (credenze, paure, percezione della natura e dell'ambiente). In più Fumagalli ha una felicità di scrittura abbinata ad uno sguardo che del Medioevo (a differenza del Collega francese) sa cogliere non soltanto le ombre dense e i rudi contrasti, la violenza e le paure, ma anche la paziente operosità. In queste pagine domina il rapporto degli uomini padani con l'ambiente, che gradatamente si trasforma dal paesaggio incolto dell'Alto Medioevo al disboscamento e alla messa a coltura conseguenti all'esplosione demografica e al (ri)sorgere delle città (fenomeno, questo, presente in maniera rilevante soprattutto nell'Italia centro-settentrionale dopo il Mille). Una rievocazione suggestiva, in cui il ritratto di Matilde di Canossa (cui l'Autore ha dedicato anche un volume a parte) acquista un risalto particolare, quale cerniera tra il vecchio mondo feudale e il nuovo delle libertà comunali. Un saggio godibile anche per chi non è specialista, scritto da un grande studioso che ha il dono di saper comunicare il frutto delle sue ricerche anche ad un pubblico più vasto delle aule universitarie.
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