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Diritto e diritti oltre la Manica. Perché gli inglesi amano tanto il loro sistema giuridico
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Diritto e diritti oltre la Manica. Perché gli inglesi amano tanto il loro sistema giuridico -  Claudio Martinelli - copertina
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Diritto e diritti oltre la Manica. Perché gli inglesi amano tanto il loro sistema giuridico

Descrizione


Privo di una Carta scritta, il diritto costituzionale inglese per secoli si è sviluppato con modalità peculiari. Quali sono le ragioni storiche, culturali e giuridiche alla base di questa specificità? Perché la Gran Bretagna, pur facendo parte da decenni dell'Unione europea, sembra sempre con un piede dentro e uno fuori dal processo di integrazione comunitaria? Il testo fonde in un racconto unitario i concetti basilari del moderno pensiero politico britannico con l'evoluzione del diritto e delle istituzioni nazionali, concentrandosi sulle modalità di affermazione dei diritti fondamentali nel passaggio dallo stato liberale a quello democratico.
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Dettagli

2014
27 marzo 2014
336 p., Brossura
9788815251084
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Indice

Premessa
Introduzione
I. La cultura giuridica inglese e la concezione dei diritti umani espressa dalla Rivoluzione francese
1. L'Inghilterra e la Rivoluzione francese.
2. Le radici della tradizione giuridica inglese.
3. Edmund Burke e l'affermazione della superiorità della via britannica al costituzionalismo.
4. Jeremy Bentham, ovvero i diritti ben piantati per terra.
II. Idee e movimenti alla base dell'«età del progresso»
1. L'età del progresso.
2. I nuovi assetti economici e sociali determinati dalla Rivoluzione industriale.
3. Una risposta reazionaria.
4. Diritti e costituzionalismo sulle due sponde dell'Atlantico.
5. Il liberal-radicalismo inglese come motore delle riforme dello stato liberale.
6. Libertà economiche e riforme politiche: la Acll e il Cartismo.
III. Le riforme dell'età liberale (1825-1885)
1. La dimensione negoziale del processo di riconoscimento dei diritti.
2. La concezione britannica dell'uguaglianza, tra common law, rule of law e sovereignty of parliament.
3. Le libertà politiche.
4. I partiti e le istituzioni.
5. Le libertà civili.
6. La libertà religiosa.
7. I diritti legati al lavoro e alla condizione sociale.
IV. La transizione verso lo stato democratico (1885-1918)
1. Dal liberalismo al collettivismo: la lettura di Dicey.
2. J.S. Mill e i teorici del new liberalism.
3. Le Trade Unions, la Fabian Society e la nascita del Labour Party.
4. Il completamento del percorso istituzionale verso la democrazia.
5. I diritti sociali.
V. La costruzione del welfare state (1918-1951)
1. Tra le due guerre
2. La questione irlandese.
3. La dimensione imperiale.
4. La rivoluzione keynesiana.
5. Il Rapporto Beveridge
6. Le politiche sociali del Governo laburista.
VI. I diritti e la loro tutela nel passaggio dal XX al XXI secolo
1. Dalla golden age dei diritti alla «rivoluzione conservatrice».
2. La problematica tutela giurisdizionale dei diritti sociali.
3. L'istituzione della Supreme Court of the United Kingdom e le sue implicazioni costituzionali.
4. Prospettive aperte... e incerte.
Bibliografia
Indice dei nomi

Voce della critica

  Il libro di Martinelli ha un carattere felicemente anfibio. È, infatti, un libro sul diritto inglese, ma contemporaneamente è un libro di storia della vita politica britannica negli ultimi 230 anni. Anche l'angolazione prescelta, leggere quella realtà attraverso la lente degli istituti giuridici, non significa richiudere l'analisi in un recinto specialistico, bensì offrire al lettore un punto di vista particolare ma capace di arricchire la comprensione della realtà. In sintesi, il libro analizza e spiega il mistero della costituzione inglese. Costituzione non scritta, ma insieme di usi, consuetudini, regolamenti, prassi. Una costituzione che, come un'araba fenice, rinasce di continuo dalle proprie ceneri in un costante processo evolutivo. Due figure a prima vista antitetiche, Edmund Burke e Jeremy Bentham, sono scelte come i numi tutelari di questo percorso interpretativo. Per quanto su posizioni intellettuali opposte, il primo aedo della ancient constitution e della common law, il secondo fautore del costituzionalismo scritto e critico impietoso del diritto consuetudinario, entrambi sono accomunati da un approccio empirico e induttivo, che è il vero tratto comune della tradizione culturale britannica. I diritti di cui si parla, infatti, non sono mai dedotti da "premesse di ordine astratto, pre-politiche e pre-giuridiche". Al contrario sono sempre il frutto di "uno sviluppo negoziale, pragmatico, gradualistico e asistematico". Questa capacità di evitare che il conflitto sociale e politico degeneri in dinamiche distruttive e implosive si ritrova a ogni tornante della storia britannica. Dal passaggio da un regime liberale a un regime democratico, alla edificazione del welfare, alla ricalibratura del sistema di diritto comune nel non facile rapporto con Bruxelles.   Maurizio Griffo  

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