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Un romanzo generazionale le cui protagoniste sono donne brillanti, ciascuna col suo carattere e le sue particolarità, che si scontrano con un contesto storico-culturale (quello del Giappone di fine Ottocento e inizio Novecento) caratterizzato da mutamenti circa l'etichetta, le usanze, il modo di rapportarsi con gli altri. L'unica costante è il fiume Ki, nella cui regione si svolge l'intera vicenda e si mantengono vive tradizioni, riti e usanze (dall'accurata descrizione degli abiti e delle acconciature alle cerimonie religiose, dalla scaramanzia popolare alle relazioni interpersonali in una pluralità di ambiti). Ottimo romanzo non solo per conoscere la condizione femminile nel Giappone moderno, ma anche per comprendere gli effetti dei principali avvenimenti storico-politici (Restaurazione Meiji, guerra russo-giapponese, guerre mondiali) sulla quotidianità delle persone. La trama, mai noiosa né scontata, permette di avvicinarsi sopratutto a Hana, protagonista indiscussa e matriarca della famiglia Matani, sua nonna Toyono, chiara figlia del periodo Edo, la secondogenita Fumio, una ragazza moderna che si scontra con quella che ritiene l'arretratezza della sua famiglia, e la nipotina Hanako, cresciuta in un contesto assai diverso da quello di sua nonna ma comunque a lei legata da un profondo vincolo di affetto.
E' una saga familiare al femminile che si staglia sullo sfondo dei grandi cambiamenti culturali nel Giappone del novecento, ampiamente descrittivo fin nei minimi dettagli degli oggetti preziosi portati in dote da Hana, la protagonista principale che rappresenta il collante tra le quattro generazioni che si susseguono, o nei particolari delle mammelle amuleto appese al tempio per propiziare un parto favorevole, lo è molto meno quando si tratta dei pensieri o delle emozioni dei personaggi che riusciamo a immaginare solo grazie alle loro azioni o a brevi dialoghi, in particolare i personaggi maschili sono estremamente sbiaditi. La narratrice sceglie di sparire, è invisibile, sceglie stilisticamnete di non comparire con le proprie idee o prese di posizione nei confronti dei suoi personaggi, personalmente non apprezzo questa scelta, ma è questione di gusto. Non ci sono grandi avvenimenti, il lettore è frustrato nei suoi desideri, si descrive una vita circolare, fatta di nascite e di morti, di infanzia e vecchiaia e tutto così fino alla fine, che infatti non è una vera fine, il libro potrebbe durare all'infinito continuando com'è cominciato a descrivere i figli dei figli. Immagino che sia molto influenzato da una filosofia orientale che qui, a differenza di altri testi di autori giapponesi del novecento non è affrontata con spirito critico, con umorismo, coltivando il dubbio, ma con accettazione.
scorrevole
Recensioni
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scheda di Tomasi, D., L'Indice 1989, n. 9
Sawsko Ariyoshi, di cui in italiano è possibile leggere anche "Kao o le due rivali" (Jaca Book, 1986), è una delle più apprezzate scrittrici giapponesi del XX secolo. I suoi romanzi, sempre attenti alle problematiche femminili, si caratterizzano per la finezza di una narrazione che rispetto alla logica causale del racconto privilegia la descrizione dei più minuti sentimenti e stati d'animo, colti perlopiù in relazione al mutamento, anche violento, dei costumi che ha caratterizzato la recente storia del paese. Esempio fra i più alti della prosa dell'Ariyoshi è proprio questo romanzo che descrive la vita di una famiglia attraverso tre diverse generazioni di donne. Scevra da ogni volontà di giudicare a ogni costo, l'autrice rispetta le ragioni e i sentimenti delle sue tre protagoniste e del conflitto fra tradizione e modernità che esse rappresentano, vedendo nella più giovane delle tre, la piccola Hanako, la possibilità di una felice sintesi fra il vecchio e il nuovo, unica via d'uscita a un dilemma che ha rischiato e rischia tuttora di lacerare irreparabilmente il tessuto di un'intera cultura.
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