Nel 1945, a soli diciannove anni, René Depestre pubblica la sua prima raccolta di poesie e dà inizio a una lunga carriera che lo porterà a essere annoverato tra i maggiori scrittori haitiani viventi. Nato a Jacmel nel 1926, Depestre affianca alla produzione letteraria la militanza politica. Convinto sostenitore delle idee marxiste e rivoluzionarie, si espone apertamente contro il presidente della repubblica haitiana, Élie Lescot, e partecipa alla rivolta studentesca che porta alla sua destituzione. È il 1946 e Depestre conosce, per la prima volta, l'esilio. Pur tentando un rientro nel paese natale nel 1958, lo scrittore si rende conto dell'impossibilità di stabilirsi ad Haiti. Si trasferisce, quindi, in numerosi paesi dell'America centrale e meridionale e in Europa. Le tappe più significative del suo lungo percorso di esule sono la Francia (Parigi in un primo momento; il Sud negli ultimi anni) e Cuba. È durante il soggiorno nell'isola che Depestre scrive L'albero della cuccagna, il suo primo romanzo dopo oltre trent'anni di produzione poetica in cui ha trattato le tematiche del vudù, dell'erotismo e della rivolta. Ritroviamo questi aspetti anche nell'Albero della cuccagna. Il protagonista è Henri Postel, un ex senatore costretto a gestire una piccola bottega e a subire un processo di "zombificazione", ossia a condurre un'esistenza di morto-vivente. Lontano dall'affetto dei familiari e soggiogato a una vita piatta, Postel non si arrende e organizza una fuga in Canada. Quando l'esilio è a un passo, l'ex senatore opta per una nuova sfida: scalare l'albero della cuccagna e spronare, in questo modo, il popolo alla resistenza e alla rivolta. Nonostante il fisico appesantito dall'età e dall'uso di alcol, Postel mostra un ardore e una determinazione tali da catalizzare l'attenzione del popolo verso un gesto così straordinario. Il palo della cuccagna funge sia da strumento per tentare una rivolta nei confronti di un potere iniquo e ingiusto, sia da fulcro di una cerimonia vudù e si carica di significati metaforici che oltrepassano la concretezza della sfida. Elemento di unione tra il mondo terrestre e celeste, il poteau-mitan è il palo attorno al quale si svolge il rito che culmina con la possessione. Il vudù, tuttavia, non va inteso come esempio di magia nera fine a se stessa, ma come fattore dell'identità culturale haitiana in grado di liberare l'individuo a livello politico e psicoanalitico. Le possibilità di vittoria di Postel dipendono dal suo atteggiamento nei confronti della religione, ma anche dalla sua capacità di lasciare che una donna lo riconcili con il suo popolo. La piacevolezza della scrittura di Depestre e il suo tono satirico proiettano il lettore in un universo magico, dal quale emerge la tragicità del regime tirannico e l'allusione alla sanguinosa dittatura di François Duvalier che ha dominato Haiti dal 1957 al 1971. Il romanzo coinvolge il lettore nel desiderio di riscatto di un popolo che cerca l'affermazione della propria identità culturale a livello internazionale. Il volume è corredato di una postfazione curata dalla stessa traduttrice che offre al lettore un approfondimento sul profilo dell'autore e sui significati metaforici contenuti nel testo. Emanuela Cacchioli
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