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Mercenari S.p.A - Francesco Vignarca - copertina

Descrizione


L'8% del bilancio alla difesa americano è privatizzato; in Iraq il "contingente" delle compagnie militari private è il secondo più numeroso sul campo; il mercato dei soldati mercenari in tutto il mondo si attesta sui 100 miliardi di dollari all'anno ed è in continua espansione. Le cifre parlano chiaro e questo libro porta in primo piano un tema di scottante interesse: la presenza attiva e diffusa di attori privati nei meccanismi della guerra. Dalle origini storiche del fenomeno ai suoi sviluppi, a un'indagine della sua diffusione in Italia, l'autore mostra come la gestione privata della sfera militare sia l'ultima conseguenza del vento di privatizzazione che ha iniziato a soffiare dagli anni Ottanta in poi.
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Dettagli

2004
Tascabile
20 ottobre 2004
264 p., Brossura
9788817004244

Valutazioni e recensioni

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roberto
Recensioni: 3/5

Il tema della privatizzazione delle attivita' belliche e della trasformazione in aziende delle organizzazioni che ci lavorano era sicuramente nuovo nel 2004, quando e' uscito questo saggio. Ora e' semplicemente un dato di fatto del mercato. Resta aperta la valutazione etica del fenomeno, se cioe' questo debba essere condannato o meno: qui viene espressa una piu' o meno esplicita condanna morale ma francamente ci sarebbe da discutere. L'utilizzo di forze internazionalmente riconosciute e appartenenti a eserciti nazionali, ad esempio in operazioni di pace-keeping, non e' necessariamente piu' etico, meno privo di conflitti di interesse ed economicamente piu' vantaggioso, anzi (come dimostrano i nostri contingenti in Afganistan e l'abnorme budget della difesa italiana)!

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Luca
Recensioni: 3/5

Cara Valeria, condivido in pieno le tue affermazioni ma, avendo letto il libro di Vignarca, non posso non spezzare una lancia in suo favore.Fare luce ( o tentare..)su di un argomento cosi' ermetico in Italia, e' meritevole di attenzione e degno di considerazione.Il sensazionalismo e il pressapochismo con cui vengono trattati determinati argomenti no.Lettura comunque consigliata a chi volesse approfondire l'argomento (ricca la bibliografia e le citazioni), senza pero' dimenticare altri autori di livello fors'anche superiore quali Giulio Cesare,Erwin Rommel,Sun Tzu,Omero e qualcun'altro.Evitando semplificazioni eccessive, riconosco il valore del lavoro svolto da te e da Paolo e da persone come voi,in quel determinato contesto, ma non posso che condividere alcuni leciti sospetti sulla neutralita' che certe organizzazioni declarano in quello specifico scenario. Onore ai caduti, pretoriani di virtu' ormai dimenticate e volutamente inflazionate da millantatori di ideologie sempre alla caccia di nuovi sostenitori.

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Valeria Castellani
Recensioni: 1/5

Sono Valeria Castellani e troverete il mio nome nel libro dove sono descritta come "TESTA DI LEGNO". Be' forse ho la testa un po' dura ma di certo tutte le scelte relative al business in oggetto le ho prese personalmente come esperta nel settore. Ma seconde te, caro Vignarca, una donna che va in giro per Baghdad tutto il giorno con M4, glock, bombe a mano e fumogeni e farsi sparare dai terroristi per proteggere i clienti, ecco una donna così può davvero fare la testa di legno per altri? O forse invece, visto che è anche laureata in Giurisprudenza e ha conseguito un Master per Giurista d'Impresa, ha anche lei qualche idea e sa metterla in pratica? Ritengo quindi che come questa ci siano altre numerose imperfezioni dovute alla classica tendenza dei giornalisti di fare notizia senza documentarsi adeguatamente. Forse se l'autore mi avesse contattata avrebbe avuto modo di fornire indicazioni più dettagliate e precise in merito all'argomento dal momento che ho lavorato come bodyguard in Iraq per 20 mesi al servizio del DoD, Dipartimento della Difesa americano, e non certo come mercenaria. Certo il titolo attira l'attenzione ma è del tutto fuorviante e deriva, a mio parere, da questo amore per gli estremismi quando invece ritengo che raccontare semplicemente come stanno le cose sia già abbastanza sensazionale di per se. Insomma stiamo parlando di persone che lavorano nel luogo scelto da Al Qaeda per combattere l'Occidente: non è interessante? Non è degno di nota di per sè? Perché chiamarci mercenari? Per le persone che si documentano poi questa descrizione è da ignoranti perché nessuna delle attività svolte in Iraq da PSD è riconducibile all'attività di mercenari. Ma forse questo dovrei spiegarlo ai magistrati! Se avrai voglia di rispondere sarò lieta di dialogare con te, Vignarca. Valeria Castellani

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